“Mi chiamo Eugene Goostman, ho 13 anni e vengo dall’Ucraina”: il ragazzino ha superato il noto Test di Turing, l’esperimento ideato per distinguere l’intelligenza umana da quella artificiale. I giudici della Royal Society che ponevano le domande al 13enne non potevano sapere: a rispondere in realtà era un computer, sotto le mentite spoglie di un essere umano. Insomma, il computer ha “fregato” gli umani, facendogli credere di essere un loro simile. Il Turing Test 2014 Competition è stato infatti organizzato dall’Università di Reading presso la Royal Society a Londra.
Un tema sicuramentre ricco di implicazioni sociali ed etiche. Il test di Turing parte da una controversa domanda: il computer è in grado di pensare? Finora questo test ha sempre fatto da spartiacque tra uomo e macchina, ma Eugene Goostman l’ha superato, scrivendo un nuovo e importante capitolo nella storia dell’intelligenza artiificiale. Goostman è definito un “supercomputer” dall’Università di Reading, in realtà è un chatbot sviluppato nel 2001 dal russo Vladimir Veselov, che vive negli Stati Uniti e dall’ucraino Eugene Demchenko, di base in Russia: pensa di essere un ragazzino ucraino di 13 anni.
Ma come funziona esattamente il test di Turing e come si può superare? Per dire che è test è stato superato il calcolatore deve essere in grado di portare avanti una discussione con varie persone per almeno 5 minuti: almeno il 30% delle persone con cui ha interloquito devono essere convinti di aver discusso con una persona in carne ed ossa. Se viene sfondata questa soglia il test si considera superato. Questo è avvenuto per la prima volta con Eugene, alla fine il 33% dei tester non è riuscita a distinguere il ragazzo da un computer qualsiasi, nel corso di 150 conversazioni.
Non è di certo la prima volta che un chatbot partecipa a una competizione del genere. Prima di Eugene c’era Eliza, un software programmato per chiacchierare, che ha debuttato nel 1966. Non come una persona qualsiasi ma come uno psicanalista lacaniano che risponde alle domande con altre domande. Oggi invece abbiamo gli assistenti personali come Siri, Google Now e Cortana che, sebbene non siano sicuramente in grado di superare il Test di Turing, possono almeno indicarci la pizzeria più vicina o comporre il numero in rubrica con un comando vocale.
“Nel campo dell’intelligenza artificiale non c’è nessuna teoria così iconica e controversa come il Test di Turing. Tale importante punto di riferimento nella storia è stato raggiunto presso la Royal Society di Londra, luogo di molti importanti progressi nella comprensione umana nel corso dei secoli. Questo traguardo passerà alla storia come uno dei più emozionanti. Qualcuno sicuramente dirà che il test è stato già superato in passato, è stato applicato in competizioni simili in tutto il mondo, ma questo evento ha coinvolto il maggior numero di test di comparazione mai visto, e soprattutto certificato da enti indipendenti. Oltretutto le conversazioni sono prive di restrizioni. Siamo quindi orgogliosi di dire che il test di Turing è stato superato per la prima volta”, ha dichiarato il Prof. Kevin Warwick dell’Università di Reading.
A sessanta anni esatti di distanza dalla morte di Alan Turing, il padre del computing moderno, avvenuta per suicidio alla fine di una fortissima sofferenza legata all’omosessualità e alla conseguente persecuzione del matematico, il test elaborato nel 1950, quando i computer occupavano intere stanze, si può dire definitivamente superato.
Alla domanda finale però non c’è ancora risposta: una macchina può pensare? Goostman è stato sviluppato come un tredicenne in grado di sapere tutto, ma probabilmente è stata proprio l’insicurezza di un adolescente a permettere di superare la fatidica soglia del 30% richiesta dal test. Sono state quindi le aspettative dell’interlocutore ad essere più basse, insomma la macchina è stata sottovalutata. Anche se il test di Turing è stato superato, si capisce come il risultato sia arrivato grazie all’inganno: l’intelligenza artificiale è proprio questo, la capacità di ingannare gli uomini, di fargli credere di essere qualcosa che realmente non è.
Turing di certo aveva previsto che un giorno il computer avrebbe superato il suo test: non ingannò nè mentì però ai giudici che nel 1952 lo processarono per essere un omosessuale, essendo lui un essere umano e non una macchina o un pezzo di software. La “cura” di iniezioni di estrogeni della durata di un anno devastarono la sua mente e il suo corpo e l’8 giugno del 1954 mangiò una mela intrisa di cianuro: qualche mese fa la Regina Elisabetta ha perdonato il suo reato, considerato molto grave all’epoca.
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