Il bonus da 600 euro arriverà anche ai professionisti e ai lavoratori autonomi iscritti alle casse di previdenza privata. Lo dispone il decreto firmato dai ministri del Lavoro, Nunzia Catalfo, e dell’Economia, Roberto Gualtieri, che attua l’articolo del decreto Cura Italia relativo al Reddito di ultima istanza. Sempre ieri, con gli emendamenti allo stesso Cura Italia, il governo ha deciso di accelerare le procedure per la cassa integrazione, togliendo l’obbligo di consultazione con i sindacati per tutte le aziende che hanno chiuso in seguito alle ultime restrizioni decise dall’esecutivo. Infine, con la circolare 47 l’Inps illustra le modalità operative della cassa integrazione.
Professionisti
Commercialisti, consulenti del lavoro, architetti, giornalisti, ingegneri, avvocati e gli altri professionisti e autonomi potranno chiedere i 600 euro alla propria casa a partire dal primo aprile. Il bonus spetta a chi nell’anno di imposta 2018 ha percepito un reddito complessivo non superiore a 35 mila euro. Se ha avuto un reddito compreso tra 35 mila e 50 mila euro, deve aver cessato, sospeso o ridotto l’attività autonoma o libero-professionale «di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019». Al fine di comprovare la riduzione, «il reddito è individuato secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese sostenute nell’esercizio dell’attività».«Si tratta di un primo intervento», dice Catalfo. «Siamo al lavoro sul decreto aprile, dove l’obiettivo è un indennizzo superiore». Le domande per il bonus dovranno essere presentate dal primo aprile presso l’ente di previdenza cui il lavoratore è iscritto. I pagamenti verranno disposti secondo l’ordine cronologico delle richieste. Per professionisti e autonomi iscritti alle casse private il decreto attinge a 200 dei 300 milioni del fondo per il Reddito di ultima istanza previsto dal dl Cura Italia. Restano quindi 100 milioni, ma il fondo dovrebbe essere rifinanziato col decreto annunciato per aprile. E l’intenzione è di mettere in campo sostegni anche per gli altri lavoratori ancora esclusi, come gli oltre 800 mila domestici.
Prorogate le Authority
Il governo, sempre ieri, ha depositato un pacchetto di emendamenti al decreto legge Cura Italia, che si trova in prima lettura nella commissione Bilancio del Senato. Per velocizzare l’iter parlamentare gli emendamenti trasferiscono nel dl Cura Italia le norme del decreto legge 9 varato all’inizio del mese con le prime misure di contenimento del coronavirus nelle zone rosse. In questo modo si concentrano i lavori delle Camere su un unico provvedimento. Negli emendamenti ci sono però anche alcune novità. Tra queste, l’abolizione, per le aziende che hanno chiuso a causa del lockdown, dell’obbligo di consultare i sindacati prima di chiedere la cig. Si propone inoltre che la cassa possa essere chiesta anche per i lavoratori assunti dal 24 febbraio al 17 marzo. La scadenza delle cariche dell’Agcom e del Garante della privacy viene prorogata fino a 60 giorni dopo la fine dello stato di emergenza. Il termine per presentare in commissione Bilancio del Senato i subemendamenti è fissato per martedì alle 19.
Novità sulla cig
«Sono tre le rilevanti novità introdotte dall’uscita della circolare Inps numero 47», spiega Enzo De Fusco, consulente del lavoro. Prima di tutto, sottolinea, «le aziende possono richiedere qualunque strumento di cassa integrazione anche senza aver prima smaltito le ferie». Inoltre, « per ottenere la cassa integrazione non è indispensabile un accordo ma basta un’informativa ai sindacati». La circolare, ovviamente, non tiene conto dell’emendamento del governo perché esso non è stato ancora approvato in Parlamento. Ma i chiarimenti forniti dalla circolare, rappresentano, dice De Fusco, «due fatti importanti capaci di accelerare il ricorso alla tutela dei lavoratori». Infine, conclude l’esperto, alla luce della circolare, saranno «tutelati dalla cassa integrazione anche i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio scorso per il cambio appalto».
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