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Cos’è l’Italicum, spiegato senza giri di parole

By   /  9 Maggio 2015  /  No Comments

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Lunedì 4 maggio la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il cosiddetto Italicum, la legge elettorale proposta nel gennaio del 2014 dal Partito Democratico su iniziativa del segretario Matteo Renzi, che nel frattempo è anche divenuto primo ministro.

Da quando è stato proposto, il testo di legge originario ha subito diverse modifiche, fino a raggiungere la versione attuale. L’approvazione definitiva alla Camera è avvenuta con 334 voti favorevoli e 61 contrari. La maggior parte dei deputati dell’opposizione ha deciso di non partecipare al voto.

La necessità di una nuova legge elettorale si è palesata dopo che, a dicembre 2014, la Corte Costituzionale ha stabilito l’incostituzionalità di alcune parti del cosiddetto Porcellum, la precedente legge elettorale.

Per dirla senza giri di parole, con il Porcellum la coalizione che otteneva più voti – indipendentemente dalla percentuale – si vedeva automaticamente assegnata la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei Deputati.

Che cosa voleva dire questo? Che la coalizione vincente otteneva un premio di maggioranza potenzialmente di gran lunga superiore rispetto al numero di voti effettivamente raccolti.

Il che poteva anche risultare in una discrepanza potenzialmente eccessiva tra il numero di voti ottenuti e il numero di deputati eletti in parlamento.

Un esempio: nel 2013 la coalizione di centrosinistra guidata da Pierluigi Bersani ha raccolto il 29,55 per cento dei voti e ha ottenuto il premio di maggioranza pari a 340 deputati eletti alla Camera, il 54 per cento dei seggi.

In quelle stesse elezioni, la coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi ha ottenuto il 29,18 per cento dei voti – solamente lo 0,37 per cento in meno rispetto alla coalizione di centrosinistra – ottenendo 124 deputati eletti alla Camera, meno del 20 per cento dei seggi.

 

Quando entrerà in vigore l’Italicum?

La nuova elegge elettorale entrerà in vigore nel luglio 2016 e sarà valida solamente per la Camera, e non per il Senato. Questo perché intorno a quella data dovrebbe svolgersi il referendum costituzionale in cui potrebbe essere abolito il Senato elettivo così come è oggi.

Se il referendum costituzionale dovesse essere respinto, allora il Parlamento dovrà pensare una nuova legge elettorale valida anche per il Senato.

 

Liste, non più coalizioni

Con l’Italicum si potranno presentare solamente singole liste, non più vincolate all’interno di una coalizione, come previsto dal precedente Porcellum. Questo vuol dire che ciascuna lista elettorale non potrà dunque più contare sui voti di altre liste alleate per raggiungere eventualmente il premio di maggioranza.

Un esempio: nel 2013 l’allora coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi era composta da nove liste elettorali, che complessivamente raccolsero il 29,18 per cento dei voti. Con l’Italicum i voti di ogni singola lista non potranno essere sommati tra di loro ma varranno solo singolarmente, lista per lista.

Quindi, ad esempio, nel 2013 il 21,56 per cento dei voti raccolti dal Popolo della Libertà – partito che nel frattempo si è sciolto – non potrebbe più essere sommati al 4,09 per cento dei voti della Lega Nord, all’1,96 di Fratelli d’Italia e via dicendo, a meno che non venga presentata una lista unica tra i diversi partiti: il che vuol dire che Forza Italia e Lega Nord sarebbero uniti sotto lo stesso simbolo.

 

Lo sbarramento al 3 per cento 

Per poter accedere alla Camera dei Deputati, ogni lista dovrà ottenere almeno il 3 per cento dei voti validi a livello nazionale. Con il Porcellum, invece, questa soglia era al 4 per cento per i partiti fuori dalle coalizioni, e al 2 per cento per i partiti all’interno delle coalizioni, con ulteriore ripescaggio per il primo partito sotto al 2 per cento all’interno delle coalizioni.

Ad esempio, alle elezioni politiche del 2013, la lista Fratelli d’Italia ha raccolto l’1,96 per cento dei consensi, ma ha ottenuto nove seggi alla Camera perché tra i partiti della coalizione di centrodestra è stato il primo tra quelli che hanno ottenuto meno del 2 per cento.

 

Il premio di maggioranza e l’eventuale ballottaggio

Qualora una lista riuscisse ad arrivare prima ottenendo oltre il 40 per cento dei voti validi, con l’Italicum otterrebbe un premio di maggioranza di 340 seggi (pari a circa il 54 per cento dei componenti della Camera dei Deputati).

Qualora nessuna lista dovesse raggiungere il 40 per cento dei voti, le prime due liste più votate dovranno sfidarsi in un successivo turno di ballottaggio: chi otterrà più voti, otterrà il premio di maggioranza di 340 seggi.

Non esistendo più il concetto di coalizione tra liste, il premio di maggioranza andrà alla singola lista più votata. Per la prima volta nella storia repubblicana, sarà previsto il ballottaggio in un’elezione per il Parlamento.

Gli altri seggi saranno invece assegnati proporzionalmente in base ai voti ottenuti tra tutte le altre singole liste che hanno ottenuto più del 3 per cento ciascuna.

 

I collegi, le liste, i capi-lista bloccati e le preferenze

Il territorio italiano sarà diviso in 100 diversi collegi, ognuno dei quali eleggerà tra i 3 e i 9 deputati, ciascuno composto al massimo da circa 600mila persone aventi diritto al voto.

Ogni lista potrà presentare i propri candidati in ciascun collegio: il capolista sarà bloccato – e quindi scelto dalla lista stessa – mentre tra gli altri candidati si potranno esprimere fino a due preferenze, purché siano di sesso differente: un uomo e una donna.

I candidati di ciascuna lista dovranno rispettare il criterio dell’alternanza di genere: quindi donna-uomo-donna-uomo-donna-uomo oppure uomo-donna-uomo-donna-uomo-donna etc.

Lo stesso varrà per i capi-lista bloccati: per ogni regione, ciascuna lista potrà avere capi-lista dello stesso sesso al massimo nel 60 per cento dei collegi.

Ciò vuol dire che in ciascuna regione italiana, i capi-lista uomini non potranno essere più del 60 per cento, ma né meno del 40 per cento. Stesso discorso per le donne.

La possibilità di candidarsi in più di un collegio è prevista per i soli capi-lista: per loro sarà infatti possibile presentarsi al massimo in dieci diversi collegi.

Qualora un capo-lista fosse candidato in più collegi e dovesse essere eletto in più d’uno, dovrebbe optare a sua scelta per uno solo di questi, e negli altri dove è arrivato primo gli subentrerebbe il primo dei non eletti. Non sono invece previste candidature multiple per gli altri candidati.

Fuori da questo schema vi saranno i collegi della regione italiana a statuto speciale del Trentino Alto-Adige, dove sarà utilizzato il sistema uninominale al fine di tutelare la minoranza linguistica tedesca.

Questo schema specifico attuato oggi in Trentino Alto-Adige è lo stesso che era in vigore, in tutta Italia, tra il 1994 e il 2001 con la legge elettorale del Mattarellum.

Anche la regione italiana della Val d’Aosta userà questo stesso sistema elettorale, come da sempre nella storia della Repubblica, eleggendo un solo deputato con l’uninominale maggioritario.

I voti di queste due regioni – Trentino Alto-Adige e Val d’Aosta – saranno comunque sommati a quelli delle altre a livello nazionale per raggiungere il premio di maggioranza, nonostante il diverso sistema elettorale.

Saranno inoltre eletti 12 rappresentanti della circoscrizione estero, scelti con il sistema proporzionale semplice nelle quattro circoscrizioni: – Europa; – America Meridionale; – America Settentrionale e Centrale; – Africa–Asia–Oceania–Antartide, tutt’una.

I voti ottenuti da ciascuna lista in queste circoscrizioni non verranno conteggiati al fine dell’assegnazione del premio di maggioranza dei 340 deputati alla Camera. Per questa ragione, i deputati eletti in queste circoscrizioni andranno ad aggiungersi a quelli già eletti con il premio di maggioranza in Italia. 

In altri termini, la lista che ottiene il premio di maggioranza tra le circoscrizioni italiane potrebbe superare la soglia di 340 deputati eletti alla Camera grazie a quelli eletti all’estero. 

 

Il voto degli studenti Erasmus 

La nuova legge elettorale permette per la prima volta il voto agli studenti che si trovano all’estero per un breve periodo di studio, come nel caso dell’Erasmus.

Oltre ai cittadini italiani residenti all’estero, potranno infatti votare tutti gli italiani che si troveranno provvisoriamente all’estero per un periodo di almeno tre mesi dovuto a ragioni di studio, lavoro o cure mediche.

I loro voti saranno espressi nella circoscrizione estero e contribuiranno a eleggere i 12 deputati di tale circoscrizione.

 

La nuova scheda elettorale

Nella scheda elettorale prevista dall’Italicum, di fianco al simbolo di ciascuna lista sarà stampato il nome del capo-lista, al lato del quale saranno presenti due spazi in cui inserire le due preferenze di diverso genere.

 

Gli obiettivi della legge 

L’Italicum ha come obiettivo quello di garantire la governabilità per la lista che vince le elezioni attraverso il premio di maggioranza – legittimato dall’eventuale ballottaggio – e di diminuire il potere contrattuale delle liste più piccole abolendo in toto il principio delle coalizioni.

La nuova legge elettorale dell’Italicum ricalca in gran parte quella con cui vengono eletti i sindaci dei comuni italiani con oltre 15mila abitanti.

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