Il numero dei malati torna ai livelli di fine aprile. Ma crollano i ricoverati in terapia e i decessi. Il governo sta per varare nuovi divieti per contrastare la diffusione del virus.
Davanti all’aumento dei contagi è ormai scontato il ritorno dell’obbligo delle mascherine, così come il ritorno dell’esercito nelle strade per contrastare gli assembramenti e tutti gli altri divieti che il governo sta per istituire nuovamente dopo la fine del lockdown del 4 maggio scorso. Il quadro generale, con la riapertura delle scuole e la ripartenza del Paese tutto, si è di nuovo aggravato. Ma rischiamo un nuovo lockdown? Per il momento no: ecco la risposta nel confronto dei dati.
L’incremento dei contagi rispetto al giorno precedente
L’incremento dei contagi della settimana appena conclusa (28 settembre-4 ottobre) evidenzia come il numero dei nuovi infetti sia tornato a quello della settimana precedente alla fine del lockdown (20-26 aprile): circa 2.400 nuovi casi al giorno. Un dato che sta allarmando molti cittadini, ma che va letto con accuratezza: lo confrontiamo qui di seguito con altri parametri. Resta da evidenziare che, in questa fase, gli studi dimostrano che circa il 76% dei contagi avviene in famiglia.
I ricoverati totali in terapia intensiva
A fronte di un importante aumento delle persone infette da Covid-19, almeno per il momento, non si stanno verificando conseguenze cliniche della medesima gravità rispetto alla virulenza con cui la malattia colpiva. A fine aprile i ricoverati in terapia intensiva erano in media 2.200 al giorno, mentre oggi circa 300. Il motivo? Le misure di distanziamento e le mascherine fanno sì che il Covid, anche quando colpisce, lo fa in maniera meno virulenta. Negli ospedali i protocolli terapeutici sono decisamente più rodati rispetto alla prima ondata, i posti letto a disposizione sono sufficienti e ciò consente al personale medico di affrontare i casi con maggiore possibilità di successo.
L’incremento dei decessi rispetto al giorno precedente
Il parametro chiave è quello dell’incremento dei decessi: nell’ultima settima di aprile erano in media 400 al giorno, mentre in quella appena conclusa sono circa 20. Perché si muore di meno? Gli anziani, categoria più a rischio, si proteggono molto di più e fanno molta più attenzione alle misure anticontagio. Oggi l’età media dei malati è di circa 40 anni, mentre nell’aprile scorso era sopra ai 60. Inoltre sono in atto tamponi di massa: ciò contrasta molto la diffusione dei focolai, in particolare nelle Rsa, dove durante il lockdown ci sono stati centinaia e centinaia di morti.
Fonte Corriere
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