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Decreto di Aprile, tutte le possibili nuove misure sul lavoro: dal bonus 800 euro allo stop ai licenziamenti

By   /  29 Aprile 2020  /  No Comments

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Interventi per 25 miliardi

Il governo è ancora al lavoro sul cosiddetto «Decreto di Aprile», soprattutto nell’ambito di intervento sulle misure fiscali e per il pacchetto lavoro. Per quest’ultima voce, le novità riguardano gli indennizzi per professionisti e autonomi che passano a 800 euro, l’allungamento della Naspi e il Rem per chi è stato escluso fino a ora dagli aiuti al reddito. Vediamo allora voce per voce le nuove misure che muoveranno 25 miliardi di euro.

Bonus 800 euro Inps per gli autonomi

Com’era inevitabile, al primo controllo è saltato fuori che uno dei primi interventi di aiuto al reddito varato dal governo, il bonus per gli autonomi e i professionisti iscritti agli ordini, richiesto secondo l’Inps da 4,5 milioni di persone, è andato anche a chi ha redditi molto alti e, dunque, non necessitava dell’aiuto dello Stato per affrontare il lockdown. La novità ora è che il bonus da 600 euro passa a 800 euro, ma a poterlo richiedere sono coloro che nel 2019 abbiano dichiarato un reddito non superiore ai 35 mila euro lordi. L’aumento del sostegno vedrà il rifinanziamento della misura con ulteriori 7 miliardi. A quanto pare, il mese di aprile il bonus raggiungerà la medesima platea che ne ha beneficiato a marzo, da maggio invece verranno applicati i nuovi paletti selettivi.

Reddito di emergenza (Rem)

Del «Reddito di emergenza» si è parlato a lungo e ora con il Decreto di Aprile vede la luce. Si tratta dell’aiuto al reddito per tutti quei lavoratori esclusi dagli altri ammortizzatori sociali: circa 2,5 milioni di persone. A loro andranno per due mesi 500 euro (inizialmente si era parlato di un tetto massimo di 800 euro) che verranno assegnati in base alla fascia di reddito (Isee). Data la complessità del provvedimento, però, sono state già messe le mani avanti: i beneficiari potrebbero non vedere subito l’accredito del bonus, ma dover attendere qualche mese.

La Cig si allunga di altre 9 settimane

Il numero di lavoratori per i quali le aziende italiane hanno chiesto la cassa integrazione è senza precedenti: finora 7,3 milioni, ai quali andranno aggiunti quelli interessati alla cassa in deroga (possibile anche per le aziende con un solo dipendente), dove i dati affluiscono con ritardo dalle Regioni all’Inps. In pratica la cassa integrazione è già stata chiesta per un lavoratore dipendente su due. Ecco che il Decreto di Aprile arriva con un rifinanziamento della cassa integrazione d’emergenza (ordinaria e in deroga), rivolta anche alle piccole aziende con meno di 5 dipendenti. Il Cura Italia prevedeva una durata di massimo 9 settimane, la nuova misura allunga di altre 9 (divise in due step: prima un finanziamento di 5 settimane, poi di altre 4), grazie a un rifinanziamento di 15 miliardi, di cui 13 per la cig e il resto per i fondi di solidarietà.
La cassa integrazione permette di mantenere temporaneamente il posto di lavoro con un calo del reddito (la cig copre l’80% della retribuzione ma fino a determinati tetti). Iche include anche le imprese sotto i 5 dipendenti.

Altri due mesi alla Naspi, indennizzo alle colf

Per il prossimo Decreto di Aprile «stiamo ragionando su un sussidio temporaneo per le famiglie che non hanno reddito, sussidi, pensione», ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, illustrando le misure del nuovo provvedimento: «Sarà prorogata di 2 mesi la Naspi» e ci sarà un indennizzo «per colf e badanti che non hanno potuto lavorare in questo periodo».
Dunque, con un finanziamento di poco inferiore al miliardo di euro, si allunga l’indennità di disoccupazione per chi ha perduto l’impiego; mentre le colf e le badanti regolarmente assunte e che non hanno lavorato in questi mesi a causa del Covid-19, potrebbero ricevere tra i 200 e i 400 euro calcolati sul monte ore del contratto.

Stop ai licenziamenti: proroga di altri due mesi?

Congelamento dei licenziamenti per altri due mesi. Allo stato attuale, il blocco è previsto fino al 18 maggio, ma il governo è al lavoro per estendere lo stop ai licenziamenti collettivi e individuali per motivi economici fino a fine emergenza (31 luglio). Il rischio però è il fallimento di molte aziende, dunque c’è chi anche all’interno della maggioranza vorrebbe escludere dalla proroga i licenziamenti individuali.

Prorogati i congedi e il Bonus baby sitter

Collaterale agli interventi diretti al sostegno del lavoro, ci sono anche gli aiuti alle famiglie che lavorano ma hanno i figli a casa per la chiusura delle scuole. Secondo i dati diffusi dall’Inps, sono state 200 mila le domande presentate per usufruire dei congedi parentali e 43 mila quelle per il bonus babysitting. Nel Decreto di Aprile si dovrebbero trovare sia le proroghe per i congedi straordinari Covid-19 che quelle per il bonus baby sitter da 600 euro.
Per i congedi saranno previsti ulteriori 15 giorni fino a settembre, retribuiti al 50% per figli minori di 12 anni (il limite di età non si considera nel caso di figli con disabilità). Per i genitori di figli dai 12 ai 16 anni il congedo non è retribuito.
Il bonus da 600 euro comprende anche le coppie che lavorano in smart working e viene erogato dall’Inps mediante il Libretto Famiglia.

 

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