Buon Equinozio d’Autunno che, quest’anno, non cade il 21, ma il 23 settembre. Il perché del ritardo, rispetto alla data convenzionale, si spiega col fatto che, durante l’estate, la Terra rallenta nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole, perdendo ancora degli altri minuti. Pensate che l’Equinozio cadrà nuovamente il 21 settembre soltanto nel 2092 e nel 2096.
Sua Maestà l’Equinozio d’Autunno, per i cristiani, è presieduto dall’Arcangelo Michele, il cui culto nasce nella Chiesa Orientale. Questo santo, spesso accomunato al dio egizio Anubi, guardiano del paradiso e pesatore delle anime, subentrato anche al dio Mitra di cui occupò le grotte, che erano i suoi luoghi di culto, fu identificato dai Longobardi con Odino, custode del Wahalla, prendendone semplicemente il posto. Da ciò la sua enorme diffusione in tutte le terre che furono occupate da questo popolo di guerrieri. Infine, su ordine di Dio, combattè e vinse contro Lucifero, per impedirgli di portare la luce della conoscenza agli uomini.
Questa lotta, però, ne richiama alla mente altre, come quella tra Prometeo e Zeus e tra il Bene e il Male. E, infatti, la difficile funzione di San Michele, festeggiato il 29 settembre, è proprio quella di farci discernere tra la luce, il principio positivo, e il buio, il negativo, che sono uniti come la noce e il mallo. Madre natura, però, venendoci incontro, mostra e dimostra che, come il mallo si apre e la noce si libera solo a maturazione avvenuta del frutto, così nell’uomo ciò avverrà quando il tempo sarà compiuto.
Passando dal cristianesimo ad altri culti, il suo arrivo richiama alla mente Persefone, Demetra e i Misteri Eleusini a esse collegati. Se vi sentite vicini al Pantheon greco, per il vostro rito propiziatorio, sull’altare non potranno mancare un melograno e una spiga. Se discendenti dei popoli del Nord Europa, per protagonista del Blót d’Autunno, avrete la triade formata da Frigg, moglie di Odino e dea della fertilità; Baldr, il suo giovane e splendido figlio, ucciso dal ramo di vischio; Elfi e Gnomi, rappresentanti le anime degli antenati e degli spiriti della Terra. Per ingraziarveli potreste offrire alla prima un quarzo ialino, cristallo che favorisce le qualità profetiche e sciamaniche; al secondo un manto dorato con cui vestirlo, ponendo ai suoi piedi un rametto di vischio; ai terzi, semi e parte del raccolto.
Se neo-pagani, infine, al centro di Mabon, il nome dell’Equinozio d’autunno, la divinità celtica Maponos. In questo rito dovrete legare le tende con fasce e nastri marrone; preparare dei centrotavola con cornucopie traboccanti uva, grano e melograni, simbolo del raccolto; coprire i tavoli con tovaglie in lana dai colori autunnali e l’altare con un telo colore della terra e candele dorate e arancioni. Vi occorreranno, anche, una piccola falce, simbolo di un magico raccolto; una Babban, bambola di grano, emblema dello Spirito della Terra; un piattino con chicchi di grano e, per finire, un ramo di melo (che potrà essere anche finto).
Per quanto riguarda l’etimologia di “Autunno”, si fa risalire auctus, il participio passato del verbo latino “augere”, che significa aumentare, arricchire, a cui è stata associata la desinenza “mnus”, da cui autumnus, chiamato Otoño in spagnolo, Automne in francese, Outono in portoghese, Autumn in inglese, mentre negli Stati Uniti, per differenziarsi, è più comune il termine “Fall”. L’augurio che voglio fare a tutti, in questa introspettiva fase dell’anno, è quello di sviluppare una coraggiosa riflessione che permetta di pacificare i tanti “io” che ci abitano, come un condominio litigioso, e trovare l’Amministratore unico o Padrone di Casa che ci conduca alla tanto anelata pienezza e leggerezza dell’essere.
Fonte ilsicilia
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