A poco più di 2 settimane dalle elezioni del 26 maggio, il 63% degli italiani non ha idea di chi siano i candidati alle Europee nella propria circoscrizione: è uno dei dati che emerge dall’ultima indagine condotta dall’Istituto Demopolis, prima del black out sui sondaggi elettorali previsto dalla legge.
A 16 giorni dal voto, il consenso resta instabile: tra quanti immaginano di recarsi alle urne, meno di 6 italiani su 10 hanno già un orientamento chiaro sul voto; oltre un quinto è ancora del tutto indeciso sulla scelta. “Il 19%, novità recente nello scenario italiano, esprime un’intenzione di voto, ammettendo però che potrebbe cambiare idea nelle prossime due settimane. Considerato il quadro di incertezza – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – si è scelto di fotografare non solo il voto odierno, ma anche l’elettorato certo, costituito da cittadini che dichiarano di avere già compiuto una scelta definitiva, ed il bacino potenziale dei principali partiti a 16 giorni dall’appuntamento elettorale”.
Ma mentre Demopolis pone l’accento su confusione e rischio astensionismo, un altro istituto, Keix, disegna, invece, un quadro preciso e piuttosto inatteso.
Secondo Keix il Movimento 5 stelle è primo partito in Sicilia con consensi quasi doppi rispetto agli alleati avversari della Lega che comunque otterrebbero un risultato impensabile fino ad un anno fa in Sicilia, vicino al 17%. Per il resto crescita per Fratelli d’Italia della Meloni ben oltre la soglia di sbarramento, Forza Italia che tiene testa alla Lega e perfino inattesa ripresa Pd anche se ancora lontana dal risultato di 5 anni fa. Restano fuori le liste di sinistra e di +Europa che in Sicilia significano Grasso e Ferrandelli.
Il quadro è disegnato dal sondaggio realizzato per la Sicilia che ha posto l’accento proprio sul dato del collegio isole estrapolando quello siciliano un po’ diverso dal dato Paese e anche dal dato sardo.
I 5 stelle perdono rispetto all’exploit delle politiche ma crescono rispetto alle europee di 5 anni fa e piazzano in Sicilia un dato superiore al 20%. La Lega si attesterebbe come secondo partito avvicinandosi al 17% ma senza raggiungerlo quindi, pur crescendo, perderebbe la partita interna con gli alleati.
Ma fra i due contendenti il terzo gode e in questo caso sarebbe il Pd a piazzarsi secondo fra 5 stelle e Lega con un dato stimato intorno al 18%.
La Lega, poi, sentirebbe il fiato sul collo di Forza Italia accreditata di consensi fra il 14 e il 15% mentre ultimo partito a superare lo sbarramento che per le Europee è fissato al 4% sarebbero Fratelli d’Italia con un risultato fra il 7 e il 7 e mezzo. Apprezzabili +Europa e Sinistra ma sotto il 4%, tutti sotto il 2% gli altri con una dispersione di consensi e dunque di attribuzione di seggi con i resti che rasenterebbe il 20%.
Con questi dati 5 stelle e Lega eleggerebbero due parlamentari ciascuno come anche il Pd mentre a Forza Italia e Fratelli d’Italia potrebbero toccarne uno ciascuno ma il gioco dei resti potrebbe cambiare questo scenario perché in questo quadro solo chi supera il 20% avrebbe la certezza di eleggere due parlamentari
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