Si è svolto in diretta streaming nella serata del 6 gennaio, il flash mob in onore di Pino Daniele, organizzato dai fan dell’amato cantautore. A fare da scenografia all’evento, la storica Piazza del Plebiscito, che con i suoi lunghi colonnati sembra stringere in un abbraccio l’intera Città in cordoglio.
È con questo piccolo gesto figlio della modernità, che Napoli ha voluto salutare per l’ultima volta il poeta che più di tutti è riuscito a cantarla e raccontarla nei suoi “mille culure”. Mai la Città partenopea ha vissuto una serata così silenziosa, lei, decantata come un luogo in cui nessuno può sentirsi solo, pregna di voci di bambini e di mille culture, di suoni e di rumori.
Eppure, un istante prima che un coraggioso dalla folla del flash mob incominciasse a cantare, regnava il silenzio. Poi è solo una questione di qualche secondo e tutti, senza neanche rendersene conto, tutti quei centinaia di sconosciuti si ritrovano a cantare in coro guardando verso l’alto. Quello che la società e la vita dividono, la musica ha il potere di riunire.
Per i suoi versi ricuciti in una musica in cui la Città cessava di essere lacerata e ritrovava una dignità perduta, per il suo essere cittadino di Napoli senza lasciarsi andare a nessun arido patriottismo, per aver gridato al mondo intero “ì stò ccà!”, per aver cantato in dialetto facendosi capire da tutti senza bisogno di traduzione, per aver creato un nuovo genere musicale nato dalle canzoni che ascoltava da piccolo, per aver impreziosito film già destinati alla gloria e per accompagnato gli ultimi 40 anni della nostra storia.
Per tutti questi motivi e per tanti altri che ognuno porta dentro, Napoli lo ha voluto salutare così.
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