Dovrebbero finanziare le imprese che si occupano di valorizzazione dell’ambiente: una lista di 900 progetti ammessi a ricevere i contributi. Ma i soldi ci sono solo per 183 aziende. E adesso anche questi rischiano di essere persi. Cancelleri: “I dirigenti ci hanno risposto che non c’è tempo a sufficienza per fare tutti i mandati di pagamento”
Il motivo? Gli uffici della Regione sarebbero in difficoltà nell’emettere i decreti di pagamento entro il termine del 30 giugno. Così la racconta il Movimento 5 Stelle. Ma questa storia, a dire il vero, è un po’ più complicata. La linea d’intervento del Po Fesr destinata ad incentivare lo sviluppo delle imprese che operano nel settore dei beni ambientali e naturalistici sarebbe dovuta partire già nel 2012. Ma – racconta il dirigente del dipartimento del Territorio, Gaetano Gullo – per anni è stato “tutto bloccato”. Fin quando, proprio il dipartimento dell’assessorato guidato allora da Mariella Lo Bello, non è riuscito a “partorire” una prima graduatoria “provvisoria” e poi un’altra, stavolta definitiva. Un processo “laborioso”, perché su un totale di oltre 1.200 imprese che avevano fatto domanda, circa 800 hanno fatto poi ricorso per essere state escluse.
Ma nella graduatoria definitiva, alla fine, i progetti risultati ammissibili al finanziamento sono stati oltre 900. Solo che i soldi (inizialmente 30 milioni) non bastavano per tutti, ma solo per 144 imprese. Il dipartimento, insieme con quello della Programmazione, guidato da Vincenzo Falgares, è riuscito a trovare altri 4 milioni, e così la lista si è allungata di poco: in totale, adesso, sono 183 le aziende che dovrebbero ricevere il contributo di massimo 200.000 euro a testa. Soldi che alle imprese servirebbero per ammodernare le reti ecologiche. Tra i progetti ammessi, ad esempio, molti sono quelli di alberghi, bed&breakfast, parchi e riserve che puntano a migliorare la ricettività turistica.
Il problema, però – come denunciato dall’ex capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Giancarlo Cancelleri – è che i tempi della burocrazia europea sono molto rigidi, e lasciano pochi spazi. “Tutto è cominciato quando abbiamo chiesto al dipartimento della Programmazione di lavorare per trovare altri fondi comunitari e poter finanziare, così, tutti e 900 i progetti risultati ammissibili – racconta il deputato regionale – , ma un dirigente non solo ci ha risposto che non era assolutamente possibile, in più ad un certo punto è sbottato, dicendo che il dipartimento era già in difficoltà nell’emettere oltre 150 decreti di pagamento singoli entro il 30 giugno. E che i soldi, quindi, rischiano seriamente di andare persi”.
“E’ vero – conferma Gullo – , siamo in difficoltà. Siamo con l’acqua alla gola, ancora i decreti di pagamento non sono stati registrati neanche alla Corte dei Conti, che deve prima approvare la graduatoria. In più abbiamo avuto delle complicazioni relative alle certificazioni antimafia: un paio di imprese nel trapanese, infatti, sono state sequestrate, e attendiamo di saperne di più dalla Procura”. Ma il tempo scorre. E anche se dall’assessorato e dal dipartimento della Programmazione assicurano di stare facendo il possibile, l’ipotesi di perdere quei 34 milioni si fa sempre più realistica.
“Una cosa indegna”, per i Cinquestelle, che nel frattempo hanno presentato una risoluzioneall’Assemblea regionale e invitato pubblicamente gli assessori competenti a dare “una scossa” agli uffici e ad accorciare i tempi. “Si paghino intanto le aziende per le quali c’è copertura – dicono i grillini – poi studieremo percorsi di finanziamento anche per le altre”.
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