Nel raid hanno perso la vita 18 persone, mentre altre 50 sono rimaste ferite. Finora Israele ha condotto circa 1200 raid aerei in sei giorni di offensiva. Dalla Striscia di Gaza sono partiti circa 700 missili. Cresce anche la preoccupazione per l’ospedale Al Wafa. Già venerdì sera gli israeliani avevano lanciato alcuni missili di avvertimento verso perché venisse sia evacuato. Secondo Haaretz, diversi attivisti internazionali hanno deciso di rimanere nell’ospedale come scudi umani. Provengono da Usa, Nuova Zelanda, Australia, Inghilterra, Spagna, Svezia e Venezuela
Il premier Benjamin Netanyahu l’aveva annunciata. Ed ecco che c’è stata la prima incursione di terra nel territorio della Striscia di Gaza che è stata compiuta dall’esercito israeliano nella notte di sabato. Si tratta del primo sconfinamento dall’inizio dei raid aerei che hanno provocato oltre 160 morti trai i palestinesi. Un missile su un orfanotrofio ha ucciso tre bambini disabili. Il bilancio aggiornato delle vittime palestinesi a Gaza in una settimana di combattimenti è salito ad ”almeno 165” morti di cui 33 bambini e adolescenti e 16 donne, secondo i servizi medici locali. I feriti sono stati stimati in 1.085. “Non sappiamo quando l’operazione terminerà, potrà richiedere lungo tempo – dice Netanyahu – . Continueremo ad operare con forza in modo da riportare la quiete”.
Quattro i soldati israeliani rimasti feriti negli scontri nel corso dell’operazione che aveva – fanno sapere le autorità di Tel Aviv – l’obiettivo di distruggere una base missilistica. L’incursione è stata condotta dalle forze speciali, che si sono ritirate al termine dell’azione, e non sembrerebbe l’inizio di una vasta offensiva di terra. Nella notte intanto i raid aerei hanno continuato a colpire la Striscia. La casa del capo della polizia di Gaza, Taysir al-Batsh, è stata rasa al suolo, mentre una moschea poco distante è rimasta danneggiata.
Nel raid hanno perso la vita 18 persone, mentre altre 50 sono rimaste ferite. Finora Israele ha condotto circa 1200 raid aerei in sei giorni di offensiva. Dalla Striscia di Gaza sono partiti circa 700 missili. Il portavoce delle forze armate israeliane, il generale di brigata Motti Almoz, ha annunciato che i raid si intensificheranno ulteriormente, in particolare nel nord della Striscia, area nella quale i militari dello Stato ebraico hanno già ordinato l’evacuazione alla popolazione “per la loro sicurezza”.
Il ministero dell’Interno di Gaza ha invitato la popolazione a ignorare gli avvisi israeliani – che telefonano o lanciano razzi di avvertimento prima di bombardare le abitazioni – e a restare nelle proprie case, definendo questa pratica “guerra psicologica”. Ma il problema, spiega a LaPresse Hana Salah, giovane palestinese residente di Gaza, non è così semplice: “‘Lasciate la casa subito perché la bombardiamo’. Dicono così – racconta – diversi miei amici hanno ricevuto la telefonata. Ti danno tre minuti. Ma nella casa ci sono tre o quattro famiglie, con i bambini, e il tempo non basta per uscire, ci sono troppe persone”. “Ho sentito quattro potenti esplosioni poco fa vicino a casa mia”, scrive Julie Webb, attivista e blogger che si trova in città. Cresce anche la preoccupazione per l’ospedale Al Wafa, che si trova a est di Gaza. Già venerdì sera gli israeliani avevano lanciato alcuni missili di avvertimento verso perché venisse sia evacuato. Si tratta, spiega Mohammed Abedallah, del settore relazioni internazionali del ministero dell’Informazione del Governo di unità nazionale palestinese, raggiunto telefonicamente da LaPresse, di una struttura che conta decine di pazienti. “Ma è impossibile evacuarlo – sottolinea -. Molti dei pazienti sono anziani, o disabili, qualcuno è in coma”. Ora, scrive Haaretz, diversi attivisti internazionali hanno deciso di rimanere nell’ospedale come scudi umani. Provengono da Usa, Nuova Zelanda, Australia, Inghilterra, Spagna, Svezia e Venezuela. Joseph Cotran, 33enne statunitense, ha spiegato al quotidiano israeliano che il direttore dell’ospedale li ha accompagnati in tutti i piani e le stanze dell’ospedale.
L’aviazione israeliana ha lanciato volantini questa mattina nel nord della Striscia di Gaza, chiedendo l’evacuazione delle case e annunciando un attacco imminente. Un portavoce dell’esercito ha detto che le truppe israeliane inizieranno una “breve e temporanea” campagna militare contro il Nord di Gaza poco dopo le 12 di oggi (quindi le 10 italiane, 9 gmt). Più di 160 palestinesi sono stati uccisi in sei giorni di offensiva e circa 700 razzi sono stati sparati da Hamas su Israele senza provocare morti. “Chiunque trascuri le istruzioni dell’esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione”. È quanto si legge nei volantini lanciati dall’esercito israeliano sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l’avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. “L’operazione dell’esercito – è scritto – sarà breve”. La prima conseguenza è stata che tre località situate all’estremità Nord della Striscia – Beit Lahya, a-Atatra e Salatin – si sono trasformate in ‘agglomerati fantasma‘. I circa 800 residenti di Gaza con passaporto straniero stanno abbandonando la Striscia attraverso il valico di Erez.
Fonte -IFQ-
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