In contrada Capo di Fiume, nel cuore del territorio calatafimese, nasce il fiume Crimiso. Con un letto esteso circa 20,7 Km, è alimentato da numerose zubbie, caratteristiche depressioni del terreno che raccolgono le acque di scolo. Lungo di esso si incontrano antichi mulini idraulici, per alcuni dei quali la letteratura riporta notizie già a partire dall’XI° sec. d.C. Da questo deriva l’antica denominazione del fiume, Flumen Molendinorum, ovvero Fiume dei Mulini. La loro tecnologia costruttiva è di tipo greco, ovvero con la ruota motrice posta orizzontalmente ed immersa in acqua. Tale tipologia permetteva un migliore sfruttamento delle limitate risorse idriche garantite dal fiume Crimiso. Fra questi, tredici in tutto, soltanto in tre mantengono ancora una discreta conservazione della struttura. Per di più, alcuni dei vecchi macchinari sono ancora presenti all’interno dei fabbricati. Si tratta del mulino Lu ‘Mmezzu, ubicato in c.da Calemici, del mulino L’Aranciu, nella zona di Pianto Romano, e del mulino Lu Sceuso, sito nella c.da Angeli (da sinistra a destra nelle foto).
Fino alla metà del ‘900, questi mulini ad acqua ricoprirono per il nostro Comune un ruolo molto importante, vista l’economia basata sulla produzione del grano. Sarebbe ideale che un nuovo impulso alla nostra economia lo possano dare anche in futuro. Ho notato con piacere che entrambi i programmi delle liste candidate per le nostre prossime elezioni comunali, prendono in considerazione l’idea del loro recupero e della loro valorizzazione. Tuttavia, il riferimento si riduce ad una sola riga, senza accennare alle modalità con le quali questi debbano avvenire. Preghiamo affinché non sia l’ennesimo spot elettorale.
Già nel 2010, nella mia Tesi di Laurea, effettuai uno studio estimativo per la riqualificazione dei tre mulini sopraindicati. Dimostravo come, con un investimento di quasi 400 mila €, fosse possibile ristrutturare i tre fabbricati e adibirli, rispettivamente, a museo didattico, ristorante e centro molitura. Si potrebbe creare così un percorso turistico-produttivo che, oltre a garantire un fatturato netto di almeno 50 mila €/annui, consentirebbe di accompagnare i turisti alla scoperta delle altre realtà storiche e artistiche di cui il nostro Comune è ricco. L’allora Amministrazione comunale tentò di realizzare tale progetto. I risultati furono però nulli, vista la mancata disponibilità dei proprietari dei mulini a collaborare. Almeno questo fu quanto dichiarato dall’ex sindaco Nicolò Ferrara, in occasione della premiazione delle Tesi di Laurea con oggetto Calatafimi-Segesta, tenutasi il 13 novembre 2011 presso i locali del Cine-Teatro Alhambra.
In attesa di conoscere chi gestirà la Cosa Pubblica Calatafimese per i prossimi 5 anni, auguriamoci che questi ed altri tesori della storia del nostro territorio possano essere recuperati e valorizzati. Perché il turismo è la nostra unica occasione di rilancio!
Gaetano Pisano
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