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I nodi della Regione, da Roma stop alla Finanziaria di Musumeci

By   /  9 Luglio 2018  /  No Comments

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Il Ministero dell’Economia del Governo Conte lo aveva preannunciato e lo ha fatto: impugnativa per molti articoli della legge finanziaria della Regione Siciliana.

Nessun contributo a pioggia e soprattutto nessuna stabilizzazione dei precari, non ci sono le coperture finanziare. Ad essere assunti saranno solamente i precari che prestano attualmente il loro servizio presso quei Comuni che non hanno il bilancio in rosso, e che hanno posti vacanti in organico.

Si pone fine a buona parte di una finanziaria che non ha portato alcun beneficio per la Sicilia. Incostituzionale l’articolo che ha previsto il passaggio degli ex Pip in Resais.
E il mondo dei Pip, tanto difeso dal deputato Vincenzo Figuccia, è pronto a scendere in piazza a difesa dei propri diritti. Preoccupazione c’è dai sindacati di riferimento.
Non allarmato, invece, è Gaetano Armao che sostiene che l’impianto della finanziaria, voluta dal Governo Musumeci, ha tenuto nelle stanze romane.

Sono state impugnate le norme che prevedevano il prepensionamento per i dipendenti degli enti regionali e l’ anticipo di buonuscita.
Cassata anche la norma che prevedeva il rimborso per la Sicilia delle accise che si ritiene spettanti di diritto.
Per lo Stato centrale la restituzione potrebbe avvenire solo in caso di una maggiorazione della compartecipazione alla spesa sanitaria da parte della Regione, in quel caso la restituzione dovrebbe essere impiegata nel medesimo settore sanità.
Per il deputato di opposizione Claudio Fava la passata finanziara è stata solo un contenitore per spot elettorali in vista delle amministrative.

Giudizio negativo anche per Giuseppe Lupo, capogruppo del PD: “La decisione del governo nazionale conferma il giudizio negativo che il PD ha dato alla manovra, rispetto alla quale in Aula avevamo espresso voto contrario. Se già il governo Musumeci navigava a vista adesso rischia di affondare”.
Duri i toni del movimento Cinque Stelle che chiede le dimissioni di Gaetano Armao, vice presidente della Regione e assessore all’Economia.
Per i grillini la finanziaria confezionata dal governo era un morte annunciata.

Di diversa opinione Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’UDC: “Con la richiesta di dimissioni per l’assessore Armao e gli attacchi al governo Musumeci, i grillini dimostrano di non avere scrupoli e dimenticano persino che a patire, per l’impugnativa, sono gli stessi soggetti ai quali loro hanno promesso il reddito di cittadinanza. Intuisco però che la loro polemica contro il governo regionale è solo il modo per nascondere le difficoltà che il governo nazionale sta incontrando nel realizzare le troppe promesse elettorali fatte in campagna elettorale. Quindi meglio, per i grillini, sparare nel mucchio che guardare ai propri fallimenti”.

Nel frattempo la Giunta ha approvato il Documento di economia e finanza della Regione, nel testo ci sono delle indicazioni molto chiare che riguardano la fusione di Resais con Sas.
Dubbi sulla solidità delle partecipate vengono sollevate dalla stessa maggioranza di governo. Da una parte c’è Riscossione Sicilia che ha visto le dimissioni dei suoi vertici a poco tempo dalla formalizzazione delle nomine.

I dipendenti e i funzionari entro il 2018 saranno accorpati all’Agenzia delle entrate e Riscossione messa in liquidazione.
Airgest la società di gestione dell’aeroporto Trapani-Birgi dovrebbe essere assorbita, senza debiti, dalla Gesap di Palermo.
Novità anche per Sicilia Digitale, avrà il compito di cercare approvvigionamento economico in enti diversi dalla Regione.

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