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Il turismo in Sicilia può ripartire dai borghi

By   /  9 Aprile 2019  /  No Comments

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Negli ultimi sei anni, quattro piccoli comuni dell’Isola si sono fregiati del titolo di “più bello d’Italia”. Da Gangi a Sambuca di Sicilia, la vendita di case a 1 € sta regalando grande visibilità e prenotazioni. Ma c’è molto da lavorare: su 829, molti restano abbandonati e in attesa di valorizzazione

“Il futuro turistico della Sicilia è il suo entroterra” aveva detto Mario Bevacqua, presidente dello United Federation of Travel Agents Associations (Uftaa), nel lontano 2011. E forse non si sbagliava: dal 2014 ad oggi quattro anni su sei un borgo siciliano ha vinto il concorso nazionale promosso dall’associazione “I Borghi più belli d’Italia” in collaborazione con la trasmissione di Rai3 “Alle falde del Kilimangiaro”.
I borghi siciliani sono in tutto 829. Un potenziale enorme per il turismo nell’Isola che, però, per essere espresso deve partire dalla riqualificazione e dal recupero di centri storici spesso in stato di semiabbandono. Dalle “case ad un euro”, ai comuni che si fanno ‘procacciatori’ di clienti per abitazioni private in disuso qualcosa si muove. Il punto di vista di Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale dell’associazione “I Borghi Più Belli d’Italia”, Leonardo Ciaccio, sindaco di Sambuca di Sicilia e di Giuseppe Ferrarello, vicesindaco del Comune di Gangi.
La Sicilia conta 829 borghi, 19 quelli inseriti tra i borghi più belli d’Italia, i riconoscimenti nazionali fioccano ma le presenze in Sicilia non decollano. I problemi infrastrutturali continuano a rappresentare un grande ostacolo per queste perle siciliane e si continua a registrare un decremento demografico.
A Novara di Sicilia (Me), comune isolano tra i 19 inseriti nel Club dei Borghi più belli d’Italia, in dieci anni (1995-2004) si è registrato un tasso di variazione percentuale della popolazione da zero a 14 anni pari a -36,8%; e non è la performance peggiore in Sicilia. Come rispondere a questa crisi?
Alcuni sindaci si sono rimboccati le maniche ed hanno puntato a progetti di riqualificazione dei centri storici ed hanno trovato un proprietario alle tante abitazioni abbandonate.
Quali borghi siciliani sono riusciti ad avviare dei progetti interessanti in tal senso? Lo abbiamo chiesto a Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale dell’associazione “I Borghi Più Belli d’Italia”. “Abbiamo iniziato col flop di Salemi che aveva fatto finire nel patrimonio del comune alcune case da ristrutturare con l’intenzione di rivenderle ad un euro. Il sindaco ha poi ‘scoperto’ che le abitazioni avevano un valore catastale ben più alto di un euro e quindi l’ente pubblico rivendendo a quel prezzo avrebbe prodotto un danno erariale che non è consentito dalla legge. Adesso però il Comune sta rimediando. Gangi, invece, ha provato un’altra strada: trovare i proprietari dei ruderi e fare solo da garante coi nuovi acquirenti senza acquisire le proprietà. A Sambuca si è seguito il modus di Salemi delle ‘case ad un euro’ ma con accorgimenti diversi e una pubblicità che consentirà di comprare le case a prezzi ragionevoli; è entrato in gioco anche Airbnb. A Novara di Sicilia siamo partiti con una manciata di case vendute tra privati che sono state ristrutturate”.
I problemi però non mancano e secondo Bartolotta bisogna risolverne almeno due. “Centinaia di case nei centri storici cadono a pezzi ma molti proprietari deceduti non hanno fatto successione e andare a trovare gli interlocutori è difficile. L’altra questione è la rimodulazione degli estimi catastali: l’ultima casa a Novara è stata venduta a 2.000 euro; il contratto ben 4.500 euro perché in molti borghi ci sono gli estimi catastali altissimi”.
“Qualcosa, però, si sta muovendo e ci sono delle società che intendono lavorare con cooperative locali per il recupero dei centri storici dei borghi, stanno nascendo progetti che prevedono la vendita del rudere insieme ad un progetto per farlo rinascere” afferma il coordinatore del club.
Leonardo Ciaccio, sindaco di Sambuca di Sicilia, e Giuseppe Ferrarello, vicesindaco del Comune di Gangi, raccontano al QdS la propria ricetta per dare nuova linfa vitale ai borghi siciliani.

Gangi: da 60 posti letto nel 2007 a 500 nel 2018 con 100.000 visitatori
Giuseppe Ferrarello, vicesindaco del Comune di Gangi eletto “borgo dei borghi 2014”, parla al QdS del connubio tra riqualificazione edilizia e turismo.
“A Gangi si regalano case” è una notizia che ha fatto il giro del mondo. Quali sono i risultati tangibili che l’iniziativa ha raccolto?
“Siamo partiti nel 2009 con l’iniziativa e nel 2011 siamo riusciti a regalare la prima casa; da allora è stato un boom. Si arriva a Gangi per le case gratis e si finisce per acquistarne altre tra privati. Grazie a questa iniziativa abbiamo superato le 120 unità immobiliari vendute e riqualificate dal 2011 ad oggi mettendo in circolo lavoro per le imprese edilizie. Alcuni cittadini del Comune inoltre hanno deciso di ristrutturare la propria abitazione seguendo l’esempio. Siamo forse l’unico Comune che ha fatto risultati importanti in tal senso”.
Si può parlare di difficoltà burocratiche?
“Abbiamo superato il problema burocratico perché i beni non sono diventati proprietà del Comune. La scelta è motivata dal fatto che la proprietà pubblica per legge non può essere regalata ma va avviata una valutazione tecnica erariale e un bando per fare in modo che il bene vada al miglior offerente. Il Comune ha fatto un censimento delle case abbandonate e disabitate, per la maggior parte ‘pagliarole’ che non avevano ormai alcun valore per i proprietari. Abbiamo mandato diverse lettere ai proprietari (alcuni all’estero) per invogliarli a dare la possibilità di regalare la casa. Sedici cittadini hanno dato la loro disponibilità e da lì siamo partiti col mandato dato al Comune da parte dei proprietari per regalare la casa. Il Comune è solo un intermediario, disbriga le pratiche gratuitamente e allo stesso tempo non spende soldi pubblici. Chi acquista deve affrontare le spese dell’atto e ha l’obbligo di ristrutturare entro tre anni. In altri comuni questa iniziativa non funziona perché alle spalle, oltre al discorso mediatico, non ci sono i servizi e un’idea di turismo e cultura. La diffidenza nel 2009 però è stata tanta e posso dire che i risultati non si ottengono solo con una delibera: si deve puntare su accoglienza e destagionalizzazione”.
Le ricadute economiche dell’iniziativa sono soddisfacenti? Quali sono i numeri del turismo a Gangi?
Gangi era semisconosciuta fino a poco tempo fa: avevamo 60 posti letto nel 2007, oggi ne abbiamo 500 complessivi tra agriturismi, b&b, case vacanze e alberghi. Stiamo lavorando per creare sempre più servizi: abbiamo i monumenti con le tabelle braille per i non vedenti, le audio guide in tre lingue e siamo comune certificato per il turismo cinese e americano, stiamo lavorando a campi da calcio e tennis, camminamenti a piedi, una serie di strutture, infrastrutture e servizi a 360 gradi. L’anno scorso abbiamo superato i 100.000 visitatori”.

Leonardo Ciaccio, sindaco di Sambuca di Sicilia
Sedici case per 100.000 manifestazioni d’interesse
Leonardo Ciaccio, sindaco di Sambuca di Sicilia eletto “borgo più bello d’Italia 2016”, rivela al QdS la strategia vincente che ha reso il piccolo comune dell’agrigentino famoso nel mondo.
A Sambuca di Sicilia “case ad un euro”. In cosa consiste l’iniziativa?
“L’iniziativa è volta alla riqualificazione del centro storico e ad imprimere un’inversione di tendenza al decremento demografico del borgo. è un’occasione di promozione per tutto il territorio e per attrarre investimenti. Le case di proprietà del Comune presenti nel bando, che scade il primo aprile, sono solo 16 ma ci sono state più di centomila manifestazioni d’interesse. Ricordo che un euro è la base d’asta, c’è un deposito cauzionale da versare di 5 mila euro e l’impegno a ristrutturare entro tre anni. Tutti i dettagli del bando sono disponibili sul sito del Comune. Abbiamo la percezione che le tante richieste pervenute abbiano superato di gran lunga la base d’asta di un euro”.
Qual è stato l’impatto mediatico dell’iniziativa?
“C’è un interesse incredibile da tutto il mondo: basti dire che l’attrice Lorraine Bracco vuole comprare casa a Sambuca di Sicilia. Il 24 febbraio in India è andato in onda un servizio sul nostro borgo e l’indomani siamo stati inondati da 10 mila richieste di cittadini indiani che volevano comprare casa. Il 16 di gennaio la CNN ha dato la notizia delle case ad un euro con annesso video del borgo. Diversi cittadini americani hanno chiesto informazioni e nel giro di qualche giorno hanno preso il primo aereo disponibile, sono arrivati a Sambuca e hanno acquistato casa direttamente da privati. Circa venti case sono già state acquistate con questa modalità nel giro di un mese”.
Si può parlare di difficoltà burocratiche?
“Abbiamo ‘perso’ due anni per riuscire ad essere in regola con la vendita delle case ad un euro, abbiamo impiegato anni in richieste e ci sono stati costi da sostenere perché parliamo di ruderi”.
Le ricadute economiche dell’iniziativa sono soddisfacenti?
“La visibilità mediatica ci ha portato a dover organizzare, dagli iniziali due tour a settimana, due tour al giorno per i potenziali acquirenti con tutte le ricadute economiche annesse: b&b e ristoranti pieni. A prescindere da ciò che accadrà con le case ad un euro abbiamo già vinto”.
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