Il Consiglio dei ministri ha ampliato la platea di chi non è tenuto a pagare. Gli altri dovranno versare l’imposta entro il 10 febbraio.
Esenzione totale per 3.456 Comuni – contro i 1.498 fatti salvi dal precedente decreto del Tesoro – e esenzione parziale per 655. È questa la soluzione trovata dal Consiglio dei ministri per quanto riguarda l’Imu agricola montana. Il compromesso trovato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e dal titolare delle politiche agricole Maurizio Martina prevede una ridefinizione dei parametri per il pagamento che amplia la platea di chi non è tenuto a pagare. In extremis, visto che mancano tre giorni alla scadenza del 26 gennaio fissata per il pagamento, anche se nel frattempo si era scatenata una ridda di ricorsi al Tar da parte di Comuni e Anci regionali sfociata in una sospensiva fino al 4 febbraio.
Il testo del decreto varato dal Consiglio dei ministri – convocato appositamente – prevede che a decorrere dal 2015 l’esenzione dall’imposta municipale si applichi ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati che si trovino nei Comuni classificati come totalmente montani e a tutti quelli posseduti e condotti dai coltivatori diretti e da imprenditori agricoli professionali ubicati in Comuni classificati come parzialmente montani. Questi criteri si applicano anche all’anno di imposta 2014, tranne che per i terreni esenti in virtù del decreto del ministro dell’Economia del 28 novembre 2014 e che invece risultano imponibili per effetto dell’applicazione dei nuovi paletti.
I contribuenti che non rientrano nei parametri per l’esenzione devono versare l’imposta entro il 10 febbraio.
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