PALERMO. Vira a destra l’Assemblea regionale siciliana, grazie all’exploit dei partiti minori che superano la soglia del 5% all’interno della coalizione che, oltre a eleggere Nello Musumeci, conquista gran parte degli scranni a sala d’Ercole anche se, conti alla mano, probabilmente non avrà la maggioranza.
E dovrà contare sull’aiuto dei “volenterosi” e – probabilmente – sul sostegno del gruppo di “Sicilia Futura” dell’ex ministro Totò Cardinale, inizialmente nato per sostenere Fabrizio Micari.
Il primo gruppo parlamentare sarà comunque quello del M5s, che dovrebbe superare oltre venti deputati mentre la coalizione vincente va oltre la quota di trenta, con Fi a fare la voce grossa e a seguire insieme ex cuffariani e autonomisti, che hanno superato lo sbarramento del 5%.
Entrano all’Ars anche l’Udc di Cesa, che supera il 7%, e DiventeràBellissima, il movimento che fa capo a Nello Musumeci. Se come sembra supererà pure se di poco sopra il 5% quando lo scrutinio è ancora in corso, potrebbe fare il suo esordio nel Parlamento siciliano anche la Lega che si è presentata assieme a Fratelli d’Italia.
A sorpresa rimane fuori Ap, che esce di scena. Il partito di Alfano non ce l’ha fatta a superare la soglia, restando inchiodato al 4%, un punto in meno rispetto alla quota di sbarramento. Con gli alfaniani danno addio all’Ars pure i “centristi di Casini” che cinque anni fa, con Gianpiero D’Alia, furono gli artefici della candidatura e dell’elezione di Rosario Crocetta, poi abbandonato nella fase finale della legislatura.
Il flop della lista costa l’elezione a Giovanni Ardizzone, presidente uscente dell’Assemblea e capolista a Messina, dove peggio di Ap ha solo fatto la lista degli indipendentisti. E non ce la fa neppure “Arcipelago”, la lista che fa diretto riferimento a Fabrizio Micari, candidato del centrosinistra, e a Leoluca Orlando, suo big sponsor.
Magro il risultato per “Arcipelago”, poco sopra il 2%, in alcune province addirittura sotto l’1%, inferiore persino a quello degli indipendentisti dei ‘Siciliani liberi’. Micari è stato “tradito” pure dal voto disgiunto, ottenendo ben sette punti in meno della sua coalizione; e sette punti sono quelli che Giancarlo Cancelleri ha avuto in più rispetto alla lista del M5s.
Gli appelli al “voto utile” lanciati in campagna elettorale dunque hanno danneggiato Micari e premiato Cancelleri, che ha beneficiato di consensi provenienti da un pezzo di elettorato di centrosinistra. Al fotofinish ce la fa anche la sinistra. La lista Cento passi di Claudio Fava ha raggiunto il quorum, anche se di poco. per la sinistra si tratta di un ritorno in Parlamento dopo dieci anni di assenza, due legislature vissute fuori dal Palazzo.
Si riduce il numero dei deputati per il Pd mentre rientra in Parlamento Sicilia futura, il movimento dell’ex ministro Totò Cardinale, che ha ottenuto un buon successo elettorale e che potrebbe offrire un “puntello” a Musumeci se non riuscisse ad avere una maggioranza all’Assemblea regionale Siciliana.
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