L’assessore regionale ai Beni culturali della Regione siciliana, Sebastiano Tusa, sovrintendente del mare era tra i passeggeri a bordo dell’aereo dell’Ethiopina Airlines caduto questa mattina alle 8:44. Doveva andare a Malindi, Nairobi.
Tusa, archeologo di fama internazionale, Sovrintendente del Mare della Regione, era diretto in Kenia, per un progetto dell’Unesco, dove era già stato nel Natale scorso insieme con la moglie, Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo.
Un Boeing 737 della Ethiopian Airlines con 157 persone a bordo si è schiantato sei minuti dopo il decollo da Addis Abeba e non ci sono superstiti. Fra le vittime, di 33 nazionalità diverse, ci sono anche otto italiani. L’incidente è avvenuto questa mattina alle 8,44 locali: l’aereo era decollato alle 8:38 dall’aeroporto di Bole diretto a Nairobi, in Kenya, ed è precipitato 62 chilometri a sud-ovest dalla capitale etiopica, vicino alla città di Bishoftu. Ancora nessuna indicazione sulla causa dello schianto, ma il pilota avrebbe chiesto il permesso per tornare indietro. Dopo il decollo il velivolo aveva «una velocità verticale instabile», ha riferito il sito Flightradar24. Si tratta della velocità ascensionale dell’aereo che indica quanta quota si guadagna fase di cabrata.
A bordo del Boeing 737-800 MAX c’erano otto membri dell’equipaggio e 149 passeggeri. Tra di loro 32 keniani e 17 etiopi, otto cinesi, sette britannici, un belga e, come detto, otto italiani. Diversi di loro erano di una Ong del bergamasco. Per domani a Nairobi è in programma la quarta assemblea Onu sull’ambiente ed è possibile che sul volo fossero presenti delegati di molti Paesi stranieri.
Il premier etiopico, Abiy Ahmed, ha inviato «le più profonde condoglianze a quanti hanno perso perso propri cari”. Sul volo ET 302. L’amministratore delegato della Ethiopian, si è recato sul posto e una foto pubblicata su Twitter lo ritrae tra i rottami del velivolo.
L’aereo era nuovissimo operativo da appena quattro mesi. Uno stesso modello Boeing 737-800 MAX della Lion Air era precipitato in mare cinque mesi fa con 190 persone a bordo al largo delle coste indonesiane.
La Ethiopian Airlines, di proprietà statale, è fra le maggiori compagnie aeree dell’Africa con una decina di milioni di passeggeri all’anno e 80 destinazioni internazionali servite. Il suo ultimo incidente di rilievo risaliva al gennaio 2010 quando un aereo era precipitato nel Mediterraneo poco dopo il decollo da Beirut, uccidendo le 90 persone a bordo. L’incidente più grave risale al novembre 1996 quando durante un dirottamento su un volo tra Addis Abeba e Nairobi i motori del velivolo si arrestarono perchè si era esaurito il carburante e nell’atterraggio d’emergenza in mare il velivolo urtò la barriera corallina dell’Oceano Indiano. Morirono 123 delle 175 persone a bordo. Nel settembre 1988 un Boeing 737 in decollo da Bahir Dar urtò uno stormo di volatili: un reattore finì subito fuori uso e il secondo si spense durante la fase di atterraggio d’emergenza: morirono 31 dei 105 passeggeri.
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