Dopo la consultazione pubblica avviata da AGCOM SosTariffe.it ha stimato i costi e i risparmi che gli utenti potrebbero ottenere con l’abolizione del modem obbligatorio con le tariffe ADSL o Fibra. L’analisi è stata condotta con lo strumento di confronto presente sul sito, e il risultato è un risparmio medio stimato del 50% rispetto alla spesa attuale. Lo studio fa anche luce sui costi attuali relativi al modem, presente all’interno del 57% delle tariffe internet presenti in Italia.
Allo stato attuale delle cose non sempre i clienti che vogliono sottoscrivere una nuova offerta internet (sia in Fibra che ADSL) possono scegliere liberamente se inserire o meno il modem da utilizzare a casa. La maggior parte delle offerte impone infatti l’acquisto del servizio in abbinamento ad un modem-router Wi-Fi e l’AGCOM ha fatto sentire forte la voce degli utenti (specie i più esperti) che considerano questa pratica come un “abuso contrattuale” non necessario.
Solitamente le tariffe internet vengono proposte in abbinamento con un modem gratis. Il dispositivo in questo caso è in regalo, per un valore commerciale dell’apparecchio che è mediamente di 87,25 euro. Quella del modem gratis è per fortuna la pratica più diffusa, tuttavia alcuni provider impongono l’acquisto obbligatorio del router compreso nel pacchetto, con un valore medio di 114 euro rateizzato in 12, 24 o 48 mesi incluso nelle bollette.
Acquistati in soluzione separata i modem sono molto più economici, con una spesa media stimata di 56,50 euro, con un risparmio quindi del 50,4% (57,50 euro). Secondo l’Osservatorio questo tipo di tariffe comprende il 35% delle offerte diffuse in Italia per la fornitura di internet. Il 9%, infine, prevede l’acquisto del modem come soluzione opzionale con una spesa media di 147,60 euro. Se si sceglie di comprarlo a parte il risparmio è del 56,3%, con una spesa di soli 64,50 euro.
Secondo il principio della net neutrality la scelta del modem dovrebbe essere un diritto dell’utente finale che sottoscrive un abbonamento ad internet: “Gli utenti finali dovrebbero avere il diritto di accedere a informazioni e contenuti e di diffonderli senza discriminazioni, tramite il loro servizio di accesso a internet. I fornitori di tali servizi dovrebbero trattare tutto il traffico allo stesso modo, senza restrizioni o interferenze”, si legge nel punto 5 del regolamento UE.
E lo stesso punto impone anche il divieto di imporre restrizioni sulle periferiche usate per l’accesso ad internet: “I fornitori di servizi di accesso a Internet non dovrebbero imporre restrizioni all’utilizzo di apparecchiature terminali che collegano alla rete”, sono le parole esatte utilizzate nella documentazione.
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