Lo slittamento è entrato nel decreto Milleproroghe – non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale – durante il consiglio dei ministri del 23 dicembre. Non è ancora escluso che si vada all’1 marzo. Gli esercenti avevano segnalato che l’aggiornamento software necessario per far partecipare gli acquirenti è stato messo a disposizione solo in agosto e comporta per loro un costo fino a 3000 euro
Dopo gli appelli degli esercenti, il governo ha inserito in extremis nel decreto Milleproroghe un ennesimo rinvio della lotteria degli scontrini antievasione che avrebbe dovuto partire l’1 gennaio 2021. Stavolta però lo slittamento, che non era previsto nelle bozze del decreto e ci è entrato solo durante il consiglio dei ministri del 23 dicembre, dovrebbe essere solo di un mese: si va quindi all’1 febbraio. Ma il provvedimento non è ancora in Gazzetta ufficiale e non è escluso che la scadenza possa essere prorogata ulteriormente, all’1 marzo. Lega e Fratelli d’Italia continuano a contestare il provvedimento sollevando problemi di privacy, ma il Garante per la protezione dei dati personali ha vagliato e approvato la procedura che prevede la creazione di un codice lotteria non riconducibile al singolo utente e grazie al quale non è necessario dare al negoziante il codice fiscale.
I negozianti nelle scorse settimane avevano chiesto più tempo perché circa metà degli 1,4 milioni di nuovi registratori di cassa telematici che dialogano con l’Agenzia delle Entrate non ha ricevuto l‘aggiornamento software indispensabile per consentire ai clienti di ricevere i biglietti virtuali e partecipare alla riffa con premi fino a 5 milioni di euro. Un intervento che per gli esercenti comporta ulteriori costi: fino a 300 euro tra installazione del software e scanner per la lettura del codice lotteria. Spesa che molti, dato il momento di crisi, non vogliono sostenere. E in ogni caso, avevano spiegato al fattoquotidiano.it dall’associazione che riunisce i produttori delle “casse 2.0”, non ci sarebbe stato il tempo per adeguare tutti gli apparecchi visto che per l’aggiornamento è necessaria l’uscita di un tecnico.
“Abbiamo chiesto una proroga e un mese di tempo forse non sarà sufficiente per tutti ma è già qualcosa”, ha commentato Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti. Ma “c’è bisogno anche di altro, come ad esempio l’abbattimento degli oneri sulle commissioni e crediti d’imposta per chi si organizza con i misuratori fiscali. Occorre modernizzare il Paese coinvolgendo tutte le imprese”. Inoltre rimane il problema degli affitti: è stato previsto “un credito d’imposta importante ma la condizione per goderne è che si paghi l’affitto, e tanti non sono in grado di farlo. Abbiamo chiesto una proroga dei pagamenti di ottobre, novembre e dicembre all’anno nuovo. C’è ancora la possibilità di intervenire”.
Confcommercio ricorda che “il software per l’adeguamento dei registratori telematici è stato rilasciato solo nel corso del mese di agosto e che le operazioni di installazione e formazione degli esercenti si sono avviate tra settembre ed ottobre e si sono sviluppate in una fase che ha registrato l’impatto anche organizzativo delle misure emergenziali di limitazione e chiusura delle attività“.
Fonte il fatto quotidiano
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