PALERMO – I sindaci siciliani preparano il contrattacco. E denunciano il rischio che si faccia piazza pulita dei primi cittadini in Sicilia per via della mancata approvazione dei bilanci nei Comuni. L’Anci è sul piede di guerra e martedì chiama a raccolta a Palermo tutti i sindaci dell’Isola per lanciare la controffensiva di quello che può diventare uno scontro politico-istituzionale senza precedenti.
Sette sindaci (Casteldaccia, Calatafimi Segesta, S.Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Valdina, Monforte S.Giorgio e Monterosso Almo) sono decaduti, in queste ore, a seguito del decreto del presidente della Regione che ha dichiarato la sospensione di primi cittadini e giunte a causa della mancata approvazione dei bilanci di previsione nei termini di legge. È la conseguenza immediata di una modifica alla normativa, introdotta con una norma regionale di interpretazione autentica che ha sancito, con effetto retroattivo, il principio secondo il quale la decadenza del consiglio comunale determina automaticamente anche la decadenza di sindaco e giunta.
“Si tratta di una vicenda gravissima che rischia di coinvolgere la stragrande maggioranza dei comuni siciliani che ha approvato in ritardo i bilanci 2016 e non ha ancora potuto approvare il previsionale 2017 anche a causa della mancata approvazione del Bilancio regionale e dall’assenza di dati sui trasferimenti regionali”, dichiarano Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di AnciSicilia.
“Al fine di valutare ogni possibile iniziativa legale contro un provvedimento che sta determinando un gravissimo stravolgimento delle scelte democratiche dei cittadini – continuano Orlando e Alvano – abbiamo convocato con procedura d’urgenza il consiglio regionale dell’Ancisicilia allargato a tutti i sindaci dell’Isola e alla stampa siciliana martedi’ 18 aprile alle 12,30 a Villa Niscemi”.
Il tema della difficoltà dei Comuni a chiudere i bilanci è stato ripetutamente denunciato dall’Anci negli ultimi due anni. Orlando in passato ha parlato di emergenza istituzionale. Il grido d’allarme dei Comuni era risuonato all’Ars alla fine dello scorso anno quando i sindaci avevano rappresentato alla presidenza e al governo regionale la crisi finanziaria degli enti locali sempre più “imputabile principalmente alla progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale”. “Nessuno all’Ars sta tenendo conto del disastro economico nel sistema dei Comuni – lamentava l’estate scorsa il vicepresidente dell’Ars Paolo Amenta -. Sono stati tagliati 700 milioni negli ultimi anni. E 350 Comuni su 390 non hanno approvato i bilanci, per i quali la scadenza era il 30 aprile”.
calatafimisegestanews
Ultimi post di calatafimisegestanews (vedi tutti)
- Le misure del nuovo Decreto Fisco - 16 Ottobre 2021
- Pnrr, Musumeci ai sindacati: «Un fondo di progettazione per Comuni ed ex Province» - 16 Ottobre 2021
- Arriva il bonus assunzione under 36: a chi spetta e come fare richiesta - 12 Ottobre 2021