“Il peggior massacro nella storia dei Boko Haram”, così ha definito Amnesty International l’eccidio che si è consumato in Nigeria, mentre tutti i riflettori del mondo erano puntati su Parigi. Due attacchi in meno di una settimana nel municipio di Baga, lungo le rive del lago Ciad, nel nord-est nigeriano. Sedici villaggi sono stati rasi al suolo dalla milizia integralista islamica Boko Haram che ha trucidato almeno 2000 persone sui 12 mila abitanti che vivono in quell’area, ammazzati uno a uno a colpi d’arma da fuoco o con i machete, uomini anziani, donne e bambini inseguiti nelle strade e nella foresta, finiti dopo essere stati atrocemente mutilati. Le testimonianze raccolte tramite i sopravvissuti sono da incubo. I morti non si riescono a contare, anche perché si spera che tra coloro che mancano all’appello qualcuno sia riuscito a salvarsi attraversando le frontiere con il Ciad e con il Camerun. Ma anche perché decine di cadaveri restano abbandonati nelle strade senza che nessuno abbia il coraggio o la forza di seppellirli.
I miliziani di Boko Haram hanno attaccato una seconda volta la popolazione di Baga giovedì scorso, senza incontrare alcuna opposizione perché le forze di sicurezza, distaccate in una vicina base militare, erano scappate al primo attacco degli integralisti, avvenuto sabato scorso.
CIÒ CHE RESTA DI UNO DEI VILLAGGI NEL MUNICIPIO DI BAGA
Alcuni residenti della zona che hanno cercato scampo dirigendosi verso la capitale dello stato di Borno, Maiduguri, hanno raccontato alla stampa che i miliziani hanno attaccato, saccheggiato, ucciso chiunque incontrassero sulla loro strada, bruciato i villaggi radendoli praticamente al suolo. Qualcuno riporta che molti sono fuggiti a bordo di piccole imbarcazioni affrontando le acque del lago Ciad, sono riusciti a raggiungere alcuni isolotti prima che le barche affondassero e da giorni sono privi di qualunque mezzo di sussistenza. “Stanno morendo di fame e di stenti”, ha raccontato un ragazzo aggiungendo che la stessa sorte stanno vivendo nella foresta feriti e anziani.
Altri testimoni della mattanza raccontano che durante la fuga hanno visto “centinaia di cadaveri” sparsi per le strada. Tutti i villaggi sulle rive del lago Ciad sono stati distrutti, Baga è diventata una zona fantasma sotto controllo di Boko Haram.
Sabato scorso il gruppo integralista aveva attaccato una base che ospitava militari di diversi paesi, messa su originariamente per fare fronte al crimine internazionale attivo nella zona del lago Ciad, le cui acque sono condivise tra Nigeria, Niger, Ciad e Camerun, successivamente la base avrebbe dovuto essere utilizzata per combattere Boko Haram. Tuttavia, a causa della crescente pressione del gruppo sulla zona costiera, le unità degli altri tre paesi si erano da tempo ritirati, secondo quanto dichiarato dal capo delle forze armate nigeriane, maresciallo Alex Barde. Non si sa però che fine abbiano fatto le forze nigeriane che, comunque, erano rimaste a presidiare la base.
Il maresciallo Barde non ha offerto dettagli sull’attacco, ha solo assicurato che l’esercito nigeriano tenterà di organizzare una operazione per recuperare la base quanto prima possibile.
FOTO RESA PUBBLICA DA BOKO HARAM CHE RITRAE PARTE DELLE STUDENTESSE SEQUESTRATE
Nella sua campagna per stabilire un califfato islamico nel nord-est della Nigeria, Boko Haram ha ucciso oltre 15.000 persone dal 2009, da quando ha iniziato il suo scontro con il governo nigeriano guidato dall’inetto presidente Goodluck Jonathan. Il prossimo 14 febbraio il paese dovrà affrontare le elezioni legislative e presidenziali e, quasi quotidianamente, si segnalano assalti da parte di Boko Haram. Gli ultimi due però, di sabato e giovedì scorso, secondo le testimonianze sono stati tra i più cruenti.
I jihadisti di Boko Haram, il cui nome tradotto significa “l’educazione occidentale è sacrilega”, sono finiti sotto i riflettori internazionali per i rapimenti di massa, soprattutto di giovani studentesse (aprile 2014), molte delle quali non sono mai state rilasciate e di cui non si hanno notizie da mesi. Anche in questo caso il presidente “Buonafortuna” non è riuscito a fare nulla, e questi ultimi massacri nel cuore dell’Africa, costati la vita ad oltre 2000 nigeriani, hanno trovato ben poca attenzione sui media internazionali, quasi tutti esclusivamente puntati sui tragici fatti di Parigi.
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