L’imprenditore ha gestito per anni le biglietterie dei siti culturali siciliani e nei giorni scorsi è finito nuovamente nel mirino della finanza. Intanto la sua società è fallita e la Regione – a causa anche del suo immobilismo – potrebbe veder sfumare il credito vantato
Gaetano Mercadante è tornato in carcere. L’imprenditore romano, ex titolare della società Novamusa che ha gestito per anni le biglietterie dei più importanti siti archeologici e culturali siciliani, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Ravenna giovedì scorso. L’accusa è di peculato: la società avrebbe trattenuto una parte che non gli spettava degli incassi provenienti dai ticket e dai bookshop dei monumenti più famosi di Ravenna, tra cui la Basilica di Sant’Apollinare in Classe e il Mausoleo di Teodorico, patrimonio Unesco. In totale circa mezzo milione di euro.
Per chi opera nel settore dei beni culturali in Sicilia si tratta di un dèjà vu. Mercadante, oggi 58enne, fu arrestato nel dicembre del 2012 su richiesta della procura di Palermo, per accuse simili: non aver rispettato il contratto con la Regione siciliana e alcuni Comuni ed essersi impossessato di somme che sarebbero invece dovute finire nelle casse degli enti pubblici. Per quelle accuse l’imprenditore romano finì a processo ma fu assolto, con sentenza irrevocabile, nel gennaio del 2018. «Il fatto non sussiste», decretò il Tribunale di Civitavecchia, dando ragione a Mercadante che ha sempre sostenuto di aver trattenuto quei soldi a titolo di compensazione per alcuni lavori eseguiti di tasca propria nei siti.
Eppure, se sul lato penale quella storia è chiusa, sul versante contabile i giochi sono aperti. In ballo restano oltre 19 milioni di euro. È questa infatti la somma che la società Novamusa è stata condannata a pagare dalla Corte dei Conti (anche questa sentenza è diventata definitiva a fine 2018). A dover essere risarciti sono la Regione siciliana per 16 milioni, i Comuni di Taormina per 965mila euro, Siracusa per 957mila euro; Segesta-Calatafimi per 415mila euro; Marsala 54mila euro e Castelvetrano 391mila euro.
Nel frattempo però Novamusa srl è fallita. Il tribunale di Roma ha infatti dichiarato inammissibile la proposta di concordato preventivo avanzata dalla società e a gennaio 2019 ha nominato l’avvocato Guido Granzotto curatore fallimentare, che adesso ha due obiettivi: l’accertamento del totale delle passività e la monetizzazione degli asset rimasti in pancia alla società al fine di pagare i creditori. Lo scorso 28 maggio si è tenuta la prima adunanza dei creditori ma, tra i soggetti siciliani, si è fatto avanti solo il Comune di Siracusa. La prossima è fissata il 23 ottobre ed è già certo che in quella sede verrà esaminata anche la domanda depositata dal Comune di Taormina. Nessuna notizia invece ancora dalla Regione, principale creditrice con i suoi 16 milioni di euro. C’è tempo fino al 28 maggio 2020. Se la Regione non si farà avanti, il consistente tesoretto che vanta rimarrà solo sulla carta.
Fonte: meridionews
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