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Pa digitale, in primavera il test della app IO per chiedere documenti, pagare tasse e ticket e accedere ai servizi

By   /  2 Febbraio 2019  /  No Comments

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Chiedere e conservare documenti e certificati anagrafici, pagare la Tari, il bollo auto o la mensa scolastica, ricevere un promemoria quando scade la carta di identità o quando è disponibile il referto di un esame medico. Sono le prime funzionalità della app IO per i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione messa a punto dal team per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio, guidato fino allo scorso ottobre dall’ex senior vice president di Amazon Diego Piacentini e oggi da Luca Attias, insieme all’Agenzia per l’Italia digitale. Il debutto ufficiale sugli store Android e iOS è previsto nella seconda metà del 2019 ma dalla prossima primavera, ha annunciato nei giorni scorsi il responsabile del progetto Matteo De Santi, la app in versione closed beta potrà essere testata da alcune migliaia di cittadini selezionati dai Comuni che partecipano alla sperimentazione, tra cui Milano, Palermo, Brescia e Cagliari.

Nella prima fase – che segue un test preliminare fatto nell’estate 2018 e una sperimentazione che ha coinvolto 100 tra parlamentari e collaboratori del team digitale – si potrà accedere ai servizi forniti dagli enti locali e interagire con Aci e Agenzia delle Entrate Riscossione effettuando operazioni e pagamenti.

Nella seconda parte del 2019 la app sarà scaricabile da tutti i cittadini, anche se, ha spiegato De Santi, verrà “promossa solo nei territori (sicuramente molti di più rispetto alla closed-beta) in cui l’adesione degli enti locali ha già permesso la disponibilità di un ampio numero di servizi integrati all’interno della app”.

Nel frattempo potrebbero essere implementate nuove funzionalità legate per esempio, come aveva anticipato Piacentini, alla gestione del reddito di cittadinanza, dal “passaggio dei soldi dallo Stato al cittadino” a quello “dal cittadino al mercato“. Un altro strumento, dunque, per individuare eventuali “furbetti” del reddito. 

La app, che è al 100% open source, sfrutta piattaforme già esistenti come lo Spid (le credenziali dell’identità digitale sono necessarie per utilizzare IO) la piattaforma per i pagamenti pagoPA e l’Anagrafe nazionale unica Anpr che dovrà sostituire quelle comunali e sulla quale sono già “migrati” 800 enti.

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