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Il Parkour, tra sport scienza e filosofia

By   /  28 Giugno 2014  /  No Comments

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Il Parkour è uno sport che consiste nel superare un percorso, naturale o artificiale, con diversi ostacoli esistenti mantenendo la maggiore efficienza dei movimenti. Per comprendere a fondo l’argomento dobbiamo iniziare dalle origini. Uno dei fondatori e principale diffusore della disciplina è David Belle, attore, ginnasta e stuntman francese. Il nonno e il padre erano validi pompieri parigini addestrati secondo il metodo di Georges Hèbert, un insegnante di educazione fisica teorica e applicata e ufficiale della marina militare francese. Hèbert si convinse dell’idea che l’addestramento e l’allenamento avessero finalità pratiche e utili anche in campo sociale dopo che dovette coordinare in maniera eroica un’evacuazione durante un’eruzione vulcanica. Ebbe anche l’opportunità di viaggiare in tutto il mondo restando affascinato dalle capacità atletiche delle popolazioni indigene dell’Africa di cui scrisse:

”I loro corpi erano splendidi, agili e flessibili, abili, robusti e resistenti e non avevano avuto alcun istruttore atletico a formarli, solo la loro vita nella natura.”

Al suo ritorno in Francia cominciò a sperimentare il suo “Metodo Naturale”, prendendo spunto dai metodi di allenamento dell’Africa, dalla statuaria dell’arte Greca e Romana e dalle palestre dell’antica Grecia. Fu anche influenzato dalla teoria filosofica del filosofo Jean Jacques Russeau. Questa ricerca si opponeva al tipo di preparazione fisica allora in voga, che secondo lui era incapace di garantire uno sviluppo corretto e armonico del corpo e poco interessata ai valori morali. Allo sviluppo fisico, che doveva essere completo, doveva aggiungersi anche uno sviluppo morale. I suoi insegnamenti furono applicati durante la seconda guerra mondiale come parte integrante dell’addestramento militare. Così ebbero origine i “parcours” i percorsi addestrativi ad ostacoli oggi usati dai militari di tutto il mondo. Anche gli attrezzi e gli ostacoli dei parchi di avventura derivano dai suoi disegni e dai percorsi da lui teorizzati.

La nascità del Parkour risale agli inizi degli anni 90. David Belle fu anche lui pompiere, seguendo l’esempio del padre e del nonno. Presto, in seguito a un infortunio al polso abbandonò la carriera. Qualche anno dopo entrò nelle Troupe de marine francesi. Qui ottene premi d’onore per la sua capacità nell’affrontare percorsi ad ostacoli. Nonostante tutto abbandonò la vita militare e si dedicò a diversi lavori. In India ottene la cintura nera di Kung Fu. Al suo ritorno in Francia cominciò a promuovere la sua disciplina. Lui stesso definisce il Parkour con le seguenti parole:

“Per capire cosa è il Parkour si deve pensare alla differenza che c’è tra quello che è utile e quello che non è utile in eventuali situazioni di emergenza. Solo allora potrai capire ciò che è Parkour e ciò che non lo è”.
Il termine deriva da “Parcours du combattant” (percorso del combattente), il percorso di guerra proposto da Hèbert descritto precedentemente. Hubert Koundé, cofondatore di questo sport, sostituì la C alla K per rendere l’espressione più accattivante ed eliminò la S per dare una maggiore idea di efficienza nel sostantivo. Lo stuntman Sebastian Foucan coniò il termine “free running” (anche detto freestyle parkour) che rispetto all’idea iniziale predilige la spettacolarità dei movimenti, ricercata attraverso evoluzioni tipiche della ginnastica artisica e probabilmente ache delle arti marziali acrobatiche. I praticanti sono detti traceurs (tracciatori) e le donne traceuses (tracciatrici). La base di queste varianti rimane “l’art du deplacement” (arte dello spostamento), con la quale si imparano i fondamentali che in seguito verranno eseguiti nel tracciato.

In ambito sportivo il Parkour prevede una buona base di potenziamento aerobico e anaerobico e una buona coordinazione, capacità acquisite dopo un periodo di preparazione atletica. Il precorso, in ambiente naturale o artificiale, consiste nello spostamento da un punto A a un punto B da raggiungere in un tempo veloce e con la maggiore efficienza possibile.

In italia il Parkour si è sviluppato a partire dal 2005 e ha trovato diversi intressi in ambito sociale. Alla pratica sportiva si aggiunge un’educazione al rispetto dell’ambiente, di se stessi e degli altri. Inoltre si sono mosse in suo favore diverse associazioni per l’abolizione delle barriere architettoniche. Nel 2007 la disciplina ha avuto un importante riconoscimento dalla Provincia di Roma. Esso fa parte dell’addestramento dei Vigili del Fuoco di alcune città e della preparazione di alcuni reparti dell’esercito e delle forze di polizia.

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Riccardo Fiorello

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