La Legge di Stabilità 2015 è stata approvata definitivamente da poco e già il Presidente del Consiglio Matteo Renzi annuncia la necessità di integrarla, nei prossimi mesi, con un provvedimento ad hoc per regolare chi lavora con partita Iva. Ma cosa cambia, di fatto, per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti a partire da gennaio e perché c’è bisogno di un “intervento correttivo” su questo fronte?
Le novità di certo non semplificano la vita a chi ha aperto una partita Iva. Il cambiamento principale riguarda il Regime dei Minimi, vale a dire il regime fiscale che prevede una tassazione agevolata agli esercenti di attività professionali e d’impresa condotte entro limiti ben precisi. In precedenza, l’aliquota agevolata era pari al 5% e si applicava a tutte le partite Iva con redditi inferiori ai 30mila euro; era anche garantita per 5 anni ai lavoratori freelance under 35. Dal 2015, l’aliquota salirà al 15% e la soglia massima di reddito non sarà più uguale per tutti, ma varierà in base alla tipologia di attività effettuata: più alta per i commercianti (40mila euro), dimezzata per i liberi professionisti (15mila euro).
Questo significa che di fatto i liberi professionisti con partita Iva e reddito superiore ai 15mila euro saranno esclusi dal regime agevolato dei Minimi. Cambia anche il calcolo dei contributi. L’aliquota del 15% si applicherà su una percentuale del reddito definita da un “coefficiente di redditività”: 86% per le imprese del settore immobiliare, 78% per le professioni, 62% per gli intermediari del commercio, 40% per le imprese alimentari e il commercio all’ingrosso o al dettaglio. Questo significa che un libero professionista pagherà l’aliquota del 15% sul 78% del proprio reddito. Tuttavia, i nuovi business potranno godere per i primi 3 anni di attività di una riduzione di un terzo sull’importo finale dovuto al fisco. Questa opzione può essere scelta anche da chi rientra nel vecchio regime dei minimi, qualora la trovi conveniente e decida volontariamente di passare al nuovo sistema. Non bisogna inoltre dimenticare la possibilità di dedurre i contributi previdenziali dal totale dovuto.
A proposito di previdenza, la legge di Stabilità non interviene a modificare quanto stabilito dalla riforma Fornero. Ciò significa che dal 2015 al 2018 l’aliquota sui contributi versati alla gestione separata dell’Inps salirà prima al 29%, e poi al 33%, con un ulteriore aumento della pressione fiscale sui lavoratori autonomi.
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