Ancora una volta, come da tradizione, le partite IVA nel 2017 vengono messe da parte in nome di problemi ben più gravi e soprattutto mediatici. I l caos che da sempre contraddistingue il loro universo rimane lì dov’è, nonostante alcune modifiche. Le ormai celeberrime tutele promesse da tempo immemore sono ferme al palo, lo Statuto del lavoro Autonomo approvato dal Senato deve ancora passare al vaglio della Camera e il rischio concreto è che dopo il trasferimento di consegne dal Governo Renzi a quello Gentiloni rimanga impantanato insieme a tutti gli altri provvedimenti di legge finiti nel dimenticatoio.
Nel frattempo, professionisti e lavoratori autonomi continuano ad attendere continuando a subire l’erosione del loro reddito e trovandosi davanti sempre meno prospettive per il futuro. A testimoniarlo è l’Adepp, l’associazione delle casse di previdenza professionali, secondo cui, dal 2005 al 2015 il reddito dei professionisti è sceso del 18% e due iscritti alla gestione separata su tre, posseggono un reddito medio pari a 8.335 euro l’anno, 694 euro al mese.
Per chi lo avesse dimenticato, parliamo di circa 3,5 milioni di persone prendendo in considerazione liberi professionisti, professionisti iscritti agli ordini e anche i piccoli artigiani.
Quali novità porterà il 2017 al cosiddetto popolo delle partite IVA? Il rischio, come appena detto, è che le belle parole pronunciate nel corso degli ultimi anni si tramutino solo nelle ennesime promesse mancate, anche se alcuni cambiamenti ci saranno, vediamoli uno per uno.
PARTITE IVA: IL REGIME FORFETTARIO
Il regime dei minimi prima e quello forfettario poi sono state tra le poche novità concrete che negli ultimi anni hanno dato un po’ di respiro alle partite IVA. Minori adempimenti, aliquote più basse, niente IRAP e niente studi di settore.
Parlando del regime forfettario, all’interno del quale i costi sono appunto forfettizzati la legge di Bilancio 2017 avrebbe dovuto portare maggiori possibilità di sforare il limite imposto a ricavi e compensi. La norma è stata però stralciata, dunque non se ne fa nulla. Al contrario, nel processo di conversione del DL n.193 del 2013 è stata inserita una norma che pone dei paletti alle cessioni all’esportazione (i dettagli arriveranno tramite decreto).
PARTITE IVA: STUDI DI SETTORE, REGIME DI CASSA E IRI E GRUPPO IVA
Per quanto riguarda le Partite IVA non coinvolte nei cambiamenti minori, sono quattro i cambiamenti importanti. Il primo riguarda i nuovi indicatori utilizzati per gli studi di settore; il secondo ha invece a che fare con la possibilità per i soggetti in contabilità semplificata di passare dalla competenza al regime di cassa. Cosa cambia? Con il regime di cassa, il reddito ai fini IRPEF e il valore della produzione ai fini IRAP sarà determinato in base ai flussi di cassa, nell’ambito del quale assumono rilevanza i ricavi percepiti e le spese sostenute . La modifica riguarderà le imprese individuali e le società di persone non obbligate alla tenuta della contabilità ordinaria, vale a dire i soggetti che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi pari o superiori a 400mila euro per le imprese aventi per oggetto prestazione di servizi e a 700mila euro per le altre attività.
La terza novità importante riguarda poi l’introduzione dell’ IRI, l’imposta sul reddito d’impresa che prevede per le ditte individuali e per le società di persone in contabilità ordinaria la possibilità di scegliere una tassazione separata per il reddito d’impresa. Quest’ultimo non concorrerà infatti alla formazione del reddito complessivo (ai fini IRPEF), ma sarà soggetto ad una tassazione separata per la quale è stata stabilita un’aliquota del 24%. Riassumendo: il reddito che l’imprenditore preleva dall’impresa viene tassato secondo il regime ordinario, la parte che invece rimane in azienda allo scopo di effettuare nuovi investimenti sarà soggetta alla nuova IRI.
Infine occorre fare un accenno al gruppo IVA, una nuova“entità fiscale” che sarà considerata come un soggetto passivo unico. Le imprese che lo formano, a partire dal 2018 “perdono l’autonoma soggettività ai fini dell’imposta sul valore aggiunto”.
Uno dei risultati principali della nuova disciplina sarà il seguente: le società che faranno parte del Gruppo non pagheranno più le imposte sulle transazioni che effettuano tra loro.
Inoltre, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate da un soggetto partecipante a un gruppo IVA nei confronti di un altro soggetto che non ne fa parte si considerano effettuate dal gruppo IVA. Allo stesso modo, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di un soggetto partecipante a un gruppo IVA da un soggetto che non ne fa parte si considerano effettuate nei confronti del gruppo IVA. Potranno creare un Gruppo IVA “ i soggetti passivi stabiliti nel territorio dello Stato esercenti attività d’impresa, arte o professione, per i quali ricorrano congiuntamente i vincoli finanziario, economico e organizzativo”.
PARTITE IVA: ALIQUOTE E CONTRIBUTI
Una buona notizia per i professionisti iscritta alla gestione separata riguarda la riduzione, in via definitiva dell’aliquota contributiva che dal 2017 sarà pari al 25% (bisognerà aggiungere lo 0,72% per maternità, assegni familiari e malattia).
Cancellati gli innalzamenti progressivi previsti dalla legge Fornero, in base alla quale l’aliquota sarebbe dovuta arrivare al 33% nel 2018.
PARTITE IVA: LE TUTELE
Per quanto concerne il capitolo welfare, come detto in precedenza, lo Statuto del lavoro autonomo deve ancora essere approvato da un ramo del Parlamento.
Per il momento dunque, tutto rimane fermo: le lavoratrici autonome potranno godere di un’indennità di maternità per il periodo compreso tra i due mesi precedenti al parto e per i tre successivi. Artigiane e commercianti potranno scegliere se continuare a lavorare oppure no, mentre per lavoratrici iscritte alla gestione separata resta l’obbligo di sospensione, pena la perdita dell’assegno. Queste ultime potranno però godere dell’ l’indennità di maternità in caso di adozione nazionale o internazionale per i 5 mesi successivi all’arrivo del minore.
Dopo l’arrivo della circolare dell’INPS contenente le indicazioni operative ci sarà la possibilità di sostituire il congedo parentale con i voucher maternità che serviranno per pagare asili nido o baby sitter. L’opzione è valida per le iscritte alla gestione separata INPS per le lavoratrici autonome agricole, artigiane e commercianti, mentre per le libere professioniste iscritte ai vari Ordini professionali non sono previsti né congedi né voucher.
I padri con Partita IVA non avranno diritto al congedo obbligatorio per l’arrivo di un figlio.
Nel caso in cui entrambi i genitori siano liberi professionisti, l’indennità spetterà al padre in alternativa e per la parte che sarebbe spettata alla madre nei casi di impossibilità della stessa.
PARTITE IVA: FONDI EUROPEI
La legge di bilancio ha destinato risorse alle start-up innovative e alle imprese a tasso zero, mentre è già attivo il fondo rotativo per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità .
I giovani sotto i 15 anni iscritti alla Youth Guarantee e residenti in Calabria, Sicilia e Campania potranno inoltre contare sui 103 milioni stanziati per sostenere i piccoli progetti imprenditoriali.
Per quanto riguarda l’accesso ai fondi europer Fesr e Fse per professionisti, partite IVA, freelance previsto dalla legge di Stabilità 2016, la situazione sembra essere ancora piuttosto precaria. Poche le Regioni che hanno provveduto ad adeguarsi alla nuova normativa, mentre per la maggior parte l’iter è ancora in alto mare.
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