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Pi greco Day: perché non possiamo fare a meno del Pi greco

By   /  14 Marzo 2015  /  No Comments

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Oggi è il Pi greco Day, il giorno del numero forse più importante della scienza e della nostra vita quotidiana.

 

 

 

3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 59230 78164 06286 20899 86280 34825 34211 7067…
Non abbiamo battuto dei numeri a caso sulla tastiera per stupirvi: sono le prime 100 cifre del simbolo π, altrimenti detto Pi greco, ovvero il numero più importante nella nostra esistenza quotidiana (forse, insieme a 9,80665, l’accelerazione di gravità che ci tiene incollati a terra, e al numero 42, che secondo la Guida galattica per gli autostoppisti è la risposta alla domanda fondamentale sulla Vita, l’Universo e tutto quanto).

 

PI DAY. Abbiamo scelto di celebrarlo così con 100 cifre, dato che oggi è il 14 marzo, data universalmente riconosciuta come il Pi Day, con ricorrenze in tutto il mondo (con feste, dolci, magliette, gare e in generale azioni in cui c’entra in qualche modo Pi greco). Di più, essendo oggi il 14 marzo 2015, nei paesi anglosassoni, dove per indicare la data il mese viene prima del giorno, la festa è ancora più solenne, perché 3 14 e 15 sono esattamente le prime 5 cifre della formula. Se tenete alle coincidenze numeriche, sappiate anche che lanceremo questo articolo su Facebook alle 9:26 e 53 secondi, mettendo in fila le prime 10 cifre del Pi greco: 3/14/15 9:26:53.

 

Jeffrey Rosenthal, del Dipartimento di Statistica dell’università di Toronto, ha calcolato l’istante esatto in cui coincidono tutte le cifre di Pi. È un’occasione che si verifica solo ogni 100 anni.

 

VITA DI PI. Il Pi greco è una costante matematica, cioè un numero che ha un valore definito esattamente (a differenza delle costanti fisiche (che prevedono un margine di errore e delle variabili), il cui numero non è determinato a priori. Altre costanti “famose” sono quelle di Pitagora, ovvero 1,41, la radice quadrata di 2.

 

Il simbolo, che sta per la parola greca περίμετρος (ovvero “perimetros”, perimetro), ma è anche l’iniziale di Pitagora, fu usato per la prima volta nel 1706 dal matematico inglese William Jones nel testo A New Introduction to Mathematics.

 

Ma la storia del Pi greco ha circa 4mila anni. Furono i Babilonesi, grandi matematici e architetti, i primi a impiegarlo, interpretandolo come 3,125. Poi vennero gli Egizi (3,1605), i Cinesi (3).

 

Nel 434 a.C. Anassagora lo utilizzò per tentare la quadratura del cerchio, poi nel III secolo a.C. Archimede approssimò a 3,1419. E via via molti matematici si dedicarono al fatidico numero, da Newton, che calcolò le prime 16 cifre decimali, ai supercomputer, che sono arrivati a calcolare 5 mila miliardi di numeri.

 

C’è anche una legge “umana” che ha stabilito il valore di Pi greco: nel 1897 il PI Bill dello stato dell’Indiana decretò che π = 3,2. E Pi greco è anche protagonista di opere d’arte, come di un film: Pi Greco – Il teorema del delirio, di Darren Aronofsky (1998), la storia di un matematico ossessionato dal numero che regola l’universo.

 

IRRAZIONALE E TRASCENDENTE. Con una terminologia che può apparire suggestiva ai non addetti ai lavori, la matematica definisce Pi greco un numero reale, irrazionale e trascendente.

 

Il numero è irrazionale, ovvero non è esprimibile come una frazione di due numeri interi a/b. Le 100 cifre che abbiamo riportato all’inizio in realtà proseguono in maniera infinita: ecco perché quando si tratta di impiegare il Pi greco nei calcoli è necessario “fermarsi” all’approssimazione che ci serve. Ed ecco perché nei calcoli basta indicare solo il simbolo, non serve riportare i numeri corrispondenti al Pi greco: essendo un decimale illimitato e non periodico, si definisce anche un numero trascendente (non esiste un’equazione polinomiale a coefficienti interi che, risolta, dia π
come risultato).

 

Per questo, quando ne parliamo nell’accezione comune di “tre e quattordici”, la formula corretta da usare è: π ≈ 3,14.

 

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