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Piano giovani e il “caso Corsello” Alt di Italia Lavoro: tutto bloccato

By   /  12 Novembre 2014  /  No Comments

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La società che fa capo al Ministero del Lavoro insiste: non vuole collaborare con la Regione che ha “ripescato” la dirigente. Così, oltre ai tirocini, fermi anche gli altri avvisi. Alcuni giovani lanciano una petizione online. Gianni Silvia a Roma per sbloccare la situazione.

PALERMO – Tutto fermo. Anche perché il governo ha deciso di ripartire da Anna Rosa Corsello. Il rientro della dirigente, dopo il caos del ‘flop day’, infatti, rischia di bloccare non solo il bando per i tirocini destinati ai giovani siciliani, ma l’intero Piano giovani. Un progetto assai più ampio, da 90 milioni di euro, suddivisi tra sei differenti misure. Tutte destinate a facilitare l’ngresso dei giovani nel mondo del lavoro.

 

Ma, se sono ben note le vicende che hanno complicato l’erogazione dei Fondi per i tirocini, resta da capire che fine faranno tutti gli altri interventi. Annunciati e descritti dall’allora assessore Scilabra alla fine di febbraio. “Presto partiranno i bandi”. Sono passati otto mesi. L’unico bando pubblicato è quello che ha dato vita al ‘flop day’, al tilt del portale, alle polemiche tra l’assessore e la dirigente generale, alle mozioni di censura e infine all’estromissione prima della Corsello dai dipartimenti di cui era capo, poi da quella di Nelli Scilabra dala giunta. Ma è il rientro della burocrate, richiamata da Crocetta al vertice del dipartimento Lavoro prima ancora che si insediasse il nuovo assessore Caruso, ad aver ulteriormente complicato le cose.

Italia Lavoro ha infatti immediatamente inviato una lettera a Palazzo d’Orleans. Nella sostanza, la società che fa capo al Ministero del Lavoro ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di collaborare con una amministrazione che vede, nei suoi ruoli di vertice, la burocrate che ha frontalmente attaccato – anche in occasione di una drammatica seduta della Commissione lavoro – Italia Lavoro. Polemiche che sono sfociate anche in querele. Senza contare che la stessa società sembrava aver instaurato un canale preferenziale, nei rapporti istituzionali, con l’ex assessore Nelli Scilabra. Insomma, in un colpo è venuto meno l’interlocutore “preferito” (una ‘sintonia’ evidente anche nella seduta della Commissione alla quale prese parte anche il direttore di Italia Lavoro, Reboani) ed è tornata la “grande nemica”.

 

Il problema verò, però, è che la società, stando al progetto esecutivo del Piano giovani, non si sarebbe dovuta occupare soltanto dei tirocini. Ma anche di tutte le altre misure. Ferme, appunto. A otto mesi dall’annuncio. Anche per questo motivo. “Convocherò Italia Lavoro per venerdì prossimo” ha annunciato il neo assessore Mariella Lo Bello nelle scorse ore. Ma probabilmente venerdì è già tardi. Così, proprio stamattina il dirigente generale del dipartimento Formazione Gianni Silvia ha deciso di recarsi a Roma. Andrà a verificare la possibilità che Italia Lavoro abbatta quel muro. Quella pregiudiziale “anti-Corsello”. Solo nel caso in cui la società dovesse insistere sugli argomenti espressi formalmente alla presidenza della Regione, bisognerà trovare una soluzione alternativa. Ma quale?

 

In questi giorni, infatti, l’amministrazione è impegnata a dirimere una marea di questioni assai delicate. Comprese quelle relative agli affidamenti alla Ett, società finita nell’occhio del ciclone. Dal dipartimento, a dire il vero, traspare ottimismo: i nuovi bandi potrebbero vedere la luce nei prossimi giorni. Ma non esiste ancora una data certa. E anche gli uffici hanno scelto – considerata la delicatezza del caso – la via della cautela.

 

Intanto, lo stop alle misure del Piano giovani sta preoccupando i tanti under 35 che avevano guardato con grande speranza a questo mega-progetto. Così, sul web è partita anche una petizione. Una raccolta di firme da inviare agli assessori Lo Bello e Caruso. “Sul Piano giovani – si legge nel testo che accompagna la petizione online – erano stati annunciati diversi bandi (uno al mese). Prché non si pubblicano quelli sull’autoimprenditorialità, sui beni confiscati, tirocini professionali, lasciando da parte quello contestato sui tirocini?”. I ragazzi chiedono anche di sbloccare la vicenda “Garanzia giovani” e i fondi messi a disposizione dallo Stato con il decreto Giovannini (altri 44 milioni).

 

Ma quali sono al momento i bandi “nel cassetto” a causa del “caos Scilabra-Corsello”? Il Piano giovani è composto complessivamente da diverse misure. Oltre ai famigerati tirocini (sono stati stanziati oltre 19 milioni), previste forme di sostegno ai tirocini professionali obbligatori. La misura quindi riguarda gli aspiranti avvocati, psicologi, giornalisti che devono compiere il tirocinio. Per 3.300 di loro è prevista una borsa complessiva di 400 euro mensili. Stanziati 12 milioni.

 

Un’altra misura,  prevedeva uno stanziamento da 18 milioni di euro per finanziare mille nuove attività imprenditoriali sotto forma di lavoro autonomo e 200 nuove attività imprenditoriali sotto la forma societaria. Nel primo caso, la Regione può erogare contributi a fondo perduto fino a un massimo di 20 mila euro. Nel secondo caso, il limite di 20 mila euro riguarda i singoli soci, per un totale massimo di 60 mila euro per la società cooperativa. tre milioni sono stati stanziati per il sostegno all’attività di apprendistato (con la possibilità di erogare fino a 15 mila euro per apprendista), mentre 250 euro andranno alle aziende per attività di affiancamento “on the job”. Altri 6 milioni serviranno invece al sostegno dell’apprendistato.

 

Infine, la misura “Prima impresa giovani”, che rappresenta la fetta più grossa del Piano (31 milioni) è rivolta ai giovani che vorranno avviare un’attività in specifici settori. In particolare, utilizzando i beni confiscati alla mafia. I contributi vanno fino ad un massimo di 20.000 euro per progetti di lavoro autonomo e 20 mila euro per ogni socio di cooperative sociali. “Ai giovani siciliani – disse a fine febbraio l’assessore Scilabra – stiamo offrendo un’opportunità concreta. Adesso saranno loro, se vogliono, a creare lavoro. Il proprio lavoro”. Già, ma prima bisognerà far ripartire i bandi.

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