Cos’è la direttiva antiplastica (o Salvamare)
È una rivoluzione verde: entro il 3 luglio i Paesi della Ue dovranno attuare la direttiva antiplastica Sup (Single use plastic), di fatto una «Salvamare» in salsa europea che cerca di mettere un freno all’inquinamento dovuto alla plastica e che sta soffocando, tra gli altri, anche il nostro Mediterraneo. I Paesi membri (l’Italia ha recepito la direttiva già ad aprile con un’ampia maggioranza in Senato) dovranno quindi vietare i piatti e le posate usa e getta di plastica (si salvano quelli composti al 100% di plastica biodegradabile), le palette per le tazzine di caffè, i contenitori in polistirolo. Salvi i prodotti in plastica lavabile e, dunque, riutilizzabili, che però perderanno la caratteristica di “usa e getta”.
Gli effetti sul sistema produttivo
Il tema, da ambientale, è già diventato economico. Da una parte, l’ecosistema mondiale in sofferenza e che necessita di interventi drastici prima che sia troppo tardi, dall’altra tutta un’industria che sulle nostre abitudini (forse smodate) all’“usa e getta” ha costruito un’economia che dà lavoro a decine di migliaia di persone. In Italia sono 50 mila i lavoratori attivi nel packaging cartaceo (settore colpito dalla direttiva solo quando combina il contenitore riciclabile con i veli di plastica), mentre il settore della ristorazione veloce dà lavoro a 8 milioni di persone.
Lo stop a piatti, forchette e cannucce di plastica
La direttiva si applica a tutti i prodotti di plastica monouso, così come a tutti i prodotti fatti di plastica oxo-degradabile (è la plastica tradizionale a cui sono stati aggiunti additivi per accelerarne la frammentazione e la scomposizione). Per questa ragione, sono vietati molto oggetti usati, per esempio, durante le feste:
* palloncini e bastoni per palloncini;
* contenitori per bevande con capacità fino a tre litri, compresi tappi e coperchi;
* tazze e contenitori per bevande in polistirolo espanso;
* bottiglie per bevande con capacità fino a tre litri;
* posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette);
* piatti;
* cannucce;
* borse di plastica.
Contenitori per il cibo d’asporto
E poi c’è tutto il settore del packaging alimentare: i contenitori con cui vengono serviti gli hamburger delle celebri catene di fastfood o anche quelli usati dai ristoranti per il cibo d’asporto non potranno più essere di plastica oxo-degradabile, ma di carta o di plastica biodegradabile al 100%.
Cosa cambia per i prodotti per l’igiene personale
La direttiva entra anche nei nostri bagni. Sono vietati, infatti, molti oggetti di uso comune ma che hanno negli anni trasformato i nostri mari in discariche galleggianti:
* assorbenti igienici (pads);
* tamponi e applicatori di tamponi;
* salviette umidificate.
Prodotti per il fumo
Anche altri prodotti legati alla quotidianità di molti, come quelli legati al fumo (ad esempio i filtri) e quelli usati in combinazione con prodotti di tabacco, vengono esclusi dalla direttiva europea.
Prodotti per la pesca
Come detto, uno degli obiettivi della lotta alla plastica è la salvaguardia del mare. La Ue si è data l’obiettivo entro il 2030 di ridurre della metà i rifiuti di plastica nei nostri oceani e le microplastiche del 30%. Ecco che nell’elenco dei prodotti che dal 3 luglio saranno vietati rientrano anche gli attrezzi da pesca contenenti plastica, questo per impedire che ami, fili e componenti della canna realizzati in questi materiali vengano dispersi a danno soprattutto della fauna ittica.
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