Nessuna minaccia, nessun ricatto, nessuna imposizione. Nel racconto dell’ex sindaco di Partinico, Salvo Lo Biundo, dinanzi ai giudici del tribunale di Palermo, nell’ambito del processo a Pino Maniaci, deus ex machina di Tele Jato, è stato ripercorso dall’ex primo cittadino il suo rapporto con il giornalista finito sotto
processo con l’accusa di tentata estorsione e diffamazione.
“Non sono mai stati buoni i rapporti con lui – ha detto Lo Biundo -. Ricevevo continui attacchi mediatici da parte della sua emittente, denigrava l’immagine del politico di turno che per lui rappresentava il malaffare. Ci sono state ripercussioni anche nell’ambito familiare, mia moglie è entrata in depressione”.
Per quanto riguardo il lavoro all’amante di Maniaci: “Ho accettato per tenerlo buono e per non subire altre ritorsioni mediatiche” aveva detto Lo Biundo ai magistrati nel 2016. In aula l’ex sindaco ha ribadito il concetto non parlando però di alcun ricatto o minaccia. Alla domanda secca degli avvocati Parrino e Ingroia ha quindi detto chiaramente: “Maniaci non mi ha mai detto direttamente ‘se non mi dai i soldi io ti attacco’, non sono mai stati usati questi termini”.
A portare, insomma, l’ex sindaco a decidere di aiutare la donna, tenendola comunque a lavorare in nero nel suo ufficio nonostante fosse scaduto il suo contratto di solidarietà e pagandola di tasca propria, è stata la paura che a un eventuale rifiuto il giornalista avesse potuto montare una campagna mediatica denigratoria contro di lui. Insomma l’ex primo cittadino di Partinico Lo Biundo decise quindi di assecondare le pressioni di Maniaci per aiutare la donna, nella speranza che i toni dei servizi giornalistici diventassero più morbidi. Cosa che però non accadde.
Simile in aula il racconto di Gianlivio Provenzano, ex assessore ai servizi sociali di Partinico, che ha deposto subito dopo Lo Biundo. “Non ho mai visto dare denaro a Maniaci e io personalmente non gli ho mai dato un soldo – ha spiegato -. Solo una volta, incontrandomi, mi chiese se avevo 20 euro da dargli, tutti sappiamo che Telejato gode di risorse limitate, ma in quel momento non li avevo nel portafoglio”. Anche Provenzano, come l’ex sindaco prima, non ha avuto minacce da raccontare o ricatti, solo qualche telefonata insistente per convincere l’amministrazione ad aiutare quella donna in difficoltà.
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