Gli emiliani non ricevono la licenza Uefa per un ritardo nei pagamenti ai tesserati. Faranno ora ricorso Al Tas di Losanna. I granata, primi esclusi sul campo, guadagnano la partecipazione alla coppa
No al Parma. In Europa League va il Torino. È la decisione dell’Alta Corte del Coni, che respinge il ricorso del club gialloblu che si era già visto negare la licenza Uefa da parte delle Commissioni di 1° e 2° grado della Figc, a causa del ritardato pagamento Irpef per alcuni tesserati. Il Torino, primo escluso sul campo, guadagna così l’accesso alle coppe. Ora al club emiliano non resta che il ricorso al Tas (Tribunale arbitrale dello Sport) di Losanna per ottenere ragione. Ma i precedenti non depongono a favore della squadra di Ghirardi.
LA RABBIA DI GHIRARDI — “Sto leggendo la sentenza, per me il calcio finisce oggi. Vadano avanti da soli”. Così il presidente del Parma, Tommaso Ghirardi, commenta a Sportmediaset la sentenza dell’Alta Corte del Coni che ha respinto il ricorso dei ducali per l’accesso alla prossima edizione dell’Europa League.
LE MOTIVAZIONI — Il dispositivo, compreso di motivazioni lunghe sei pagine, è stato pubblicato attorno alle 17.30. A inguaiare il club ducale il mancato pagamento entro il termine del 31 marzo di circa 300 mila euro di Irpef e visto che “i pagamenti effettuati con i cedolini di novembre e dicembre 2013 – spiega l’Alta Corte – sono stati obiettivamente configurati come anticipi sui pagamenti di somme contrattualmente dovute, e non come prestiti finanziari», se ne deduce che quando “il Parma ha effettuato e documentato detti pagamenti, essa ha accantonato un ammontare corrispondente alla ritenuta fiscale. Ciò ha determinato, in capo alla società, l’obbligo di versare entro trenta giorni dall’accantonamento gli importi trattenuti. Il che, pacificamente, non è avvenuto”. Al Parma resta la consolazione della chiosa dell’Alta Corte sulla “forte – e non risolvibile dall’Alta Corte – incongruità ed ingiustizia delle conseguenze applicative del paragrafo 14.7”, secondo cui il Parma non avrebbe avuto modo di accorgersi dei mancati pagamenti se non dopo il 9 maggio, quando la prima Commissione Figc negò la licenza proprio per quel buco fiscale. Il che, secondo la Corte è “in conflitto con ogni ragionevole principio di difesa di un diritto dinanzi alla pretesa di una autorità terza”. Tuttavia, la Corte presieduta da Frattini non può non rilevare come “tale effetto di concreta ed ingiustificata disparità di trattamento deriva da una disposizione del Manuale Uefa, normativa sovranazionale applicabile come ‘legge di gara in tale esclusivo ambito, e che rispetto a tale disposizione non è dato all’Alta Corte il potere di annullamento o di modifica, ed è pure precluso il sindacato di costituzionalità – ammesso che l’Alta Corte abbia il potere di sollevare la questione – non rientrando il Manuale tra le disposizioni per cui è ipotizzabile nell’ordinamento italiano tale sindacato”.
I TERMINI — Entro domani però la Figc dovrà comunicare alla Uefa le sei squadre che giocheranno in Europa. E con Juventus, Roma, Napoli, Fiorentina e Inter ci sarà il Torino.
Fonte -GdS-
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