«Lo avevamo promesso e abbiamo mantenuto l’impegno. Per la prima volta nella sua storia, la Sicilia ha un Piano ordinario dei rifiuti, dopo venti anni di gestioni emergenziali. Per dodici mesi abbiamo lavorato sodo, senza risparmiarci mai. Per questo voglio esprimere un plauso all’assessore Alberto Pierobon, al dirigente generale del dipartimento Salvo Cocina, al consulente il professore Aurelio Angelini e a tutto il personale che si è speso per arrivare a questo storico traguardo. E’, comunque, solo il primo passo. Subito dopo la chiusura della sessione di bilancio all’Ars, bisogna infatti arrivare rapidamente all’approvazione del disegno di legge sui rifiuti che ha già avuto l’ok delle competenti Commissioni legislative in Parlamento».
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, commentando l’approvazione, da parte della Giunta di governo, del Piano per la gestione dei rifiuti urbani. Uno strumento ordinario che recepisce tutti gli aspetti previsti dalla normativa e gli elementi di novità contenuti nelle quattro direttive dell’Unione europea sull’economia circolare – prevenzione, riuso, recupero di materia e di energia, smaltimento – in forte anticipo sulla scadenza prevista per l’adeguamento, fissata al 4 luglio del 2019.
L’iter prevede che entro 45 giorni la commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana esprima un parere, non vincolante, sul testo approvato. Il Piano è strutturato in modo da devolvere agli Enti locali, Comuni e Liberi consorzi, la gestione diretta del ciclo rifiuti. Alla Regione spetterà il ruolo di indirizzo, controllo e regolamentazione. Viene in questo modo superata l’attività di pianificazione che rispondeva ai criteri dell’emergenza.
Il documento approvato dalla Giunta contiene una ricognizione di tutta la capacità impiantistica di recupero e smaltimento, oltre a un’organizzazione che rispetti i criteri della trasparenza e dell’efficienza. Prossimo obiettivo del governo sarà quello della redazione del Piano dei rifiuti speciali.
I NUOVI IMPIANTI
Per il resto l’Assessorato ai rifiuti ha passato ai Raggi X le potenzialità attuali del sistema, scoprendo che ci sono appena 14 impianti attivi per il compostaggio (strutture essenziali per dare sfogo alla parte non riciclabile della raccolta differenziata) e ben 21 rimasti solo sulla carta. E’ su questi 21 che si punterà nel breve/medio periodo. Ci sono 12 impianti la cui autorizzazione è in corso e verra dunque accelerata e altri 9 già autorizzati come quello di compostaggio a Calatafimi Segesta, autorizzato, progettato e finanziato sotto l’amministrazione Ferrara e che dovrebbe realizzarsi su un terreno confiscato alla mafia ed affidato allora al Comune di Calatafimi Segesta. Su richiesta dell’Amministrazione Ferrara al Comune di Calatafimi dovrebbe andare riconosciuto un benefit del 5% dei ricavi della gestione dell’impianto ed altre agevolazioni. Si prevedeva un importo del benefit di circa 150.000 euro annue. (vedi articolo completo)
Una volta portati a termine questi progetti, la potenzialità di smaltimento di questa categoria di rifiuti salirà ad 1.735.000 tonnellate già dal 2021. Si tratta di quote di rifiuti che ovviamente sfuggiranno alle discariche insieme alle altre quote frutto della differenziata. Sono questi in definitiva gli impianti su cui punterà la Sicilia. Nel piano sono inseriti grafici che indicano in queste quote la soglia di autosufficienza della Sicilia. Alla Regione si ironizza sul fatto che, in base alla produzione attuale, se tutti gli impianti saranno realizzati nei tre anni previsti ci sarebbe perfino spazio per importare rifiuti da altre Regioni.
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