Possibile che Renzi scivoli sulla buccia di banana di una legge ad personam, in questo caso la sua? C’è una norma contenuta nella riforma della Pubblica Amministrazione che sembra scritta su misura per salvarlo dalla condanna della Corte dei Conti ricevuta nel 2011.
Procediamo con ordine. Non tutti sanno che sul capo di Renzi pende un procedimento d’Appello della magistratura contabile. Tre anni fa venne condannato (50mila euro di multa, di cui 14mila a carico dell’ex sindaco di Firenze) per un danno erariale quantificato dalla Procura contabile in 2 milioni e 155mila euro. La vicenda si riferisce all’epoca in cui, dal 2004 al 2009, Renzi era presidente della Provincia di Firenze. La contestazione venne mossa anche al vicepresidente, ad assessori e funzionari della giunta.
Il capo del governo era stato condannato per l’inquadramento a tempo determinato del personale: 4 segretarie che componevano il suo staff, pur non avendo conseguito la laurea, sarebbero state ‘inquadrate’ con un contratto di tipo D, anziché C. Di fronte ai reati penali e agli errori commessi dalla politica negli ultimi trent’anni, è una storia che potrebbe essere classificata come una semplice svista. Ma già all’epoca, da sindaco di Firenze non ancora candidato alle primarie, la reazione di Renzi fu dura. “Una ricostruzione fantasiosa e originale…Da quello che possiamo capire le contestazioni riguardano la categoria di inquadramento di quattro persone nello staff, assunte a tempo determinato. Se poi un dirigente ha sbagliato l’inquadramento ce ne assumeremo tutte le responsabilità, anche se è veramente difficile accettare l’idea che siano gli amministratori e non eventualmente i funzionari i responsabili di erronee impostazioni contrattuali, questione puramente tecnica….Giova ricordarlo: non si tratta delle assunzioni a tempo indeterminato di parenti e amici che abbiamo visto in altre amministrazioni del Paese. Quando cambia amministrazione il personale a chiamata diretta va a casa, come è giusto che sia perché l’incarico previsto dalla legge è fiduciario. Così è accaduto a queste quattro persone. Per noi è molto difficile entrare nel merito delle scelte che i tecnici amministrativi fanno. Sappiamo che si sono attenuti alle norme vigenti“.
In attesa dell’Appello, ecco che nella riforma della Pubblica Amministrazione spunta un paragrafo che viene aggiunto al comma 2 dell’articolo 90 del d.lgs 267/2000 e che recita così: “in ragione della temporaneità e del carattere fiduciario del rapporto di lavoro si prescinde nell’attribuzione degli incarichi dal possesso di specifici titoli di studio o professionali per l’accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento“.
Al di là della bontà della norma, molto discutibile, salta subito all’occhio il collegamento con la vicenda della Corte dei Conti. Con questa norma sarà possibile inquadrare un funzionario in ogni categoria, a prescindere “dal possesso di specifici titoli di studio o professionali”. Il fato vuole che sia proprio la causa scatenante del procedimento in Corte dei Conti (le quattro segretarie del suo staff prive di laurea). Di sicuro una coincidenza, altrimenti qualcuno potrebbe dire che Renzi fa come Berlusconi, si scrive le leggi su misura per uscire da processi scomodi. Ricordate la depenalizzazione del falso in bilancio nel 2002, che consentì all’ex premier di venire assolto perché “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”?
Fonte -IBT-
calatafimisegestanews
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