Mezzo governo Gentiloni perde le sfide negli uninominali, Luigi Di Maio sfonda quota 60% nella sua Pomigliano d’Arco, Venezia ai Cinque Stelle, Grasso, Boldrini e D’Alema cancellati nei propri seggi. La mappa delle sfide testa a testa mette insieme risultati inattesi e decapita la leadership di diversi big di partito, non solo del Pd.
Fuori Franceschini, Pinotti, Fedeli, De Vincenti – Oltre a Paolo Gentiloni che sfiora il 42%, vengono confermati anche alcuni dei più vicini al segretario Matteo Renzi (anche lui conquista il seggio uninominale), da Maria Elena Boschi a Luca Lotti, mentre non ce la fanno né la titolare della Difesa, Roberta Pinotti né il ministro dell’Interno Marco Minniti, che arriva terzo a Pesaro dietro al pentastellato Andrea Cecconi, al centro dello scandalo ‘Rimborsopoli’ e già allontanato dal M5s, e all’esponente del centrodestra Anna Maria Renzoni Bezzicherri. Tra i ‘bocciati’ nella sfida del maggioritario anche il ministro della Cultura Dario Franceschini, che perde nella sua Ferrara, e il ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, ‘catapultato’ a Sassuolo dopo la rinuncia di Gianni Cuperlo e arrivato solo terzo, così come Valeria Fedeli. Male anche la vice-ministra dello Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, che aveva il compito di sfidare Massimo D’Alema a Nardò: entrambi sono andati lontanissimo dalla vittoria, conquistata dalla senatrice M5s Barbara Lezzi.
Ci sono Boschi, Lotti e Padoan – Conquistano il seggio alla Camera nella sfida uninominale Beatrice Lorenzin a Modena e Graziano Delrio a Reggio Emilia. La spunta nel collegio di Siena anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che vince la sfida con l’economista della Lega, Claudio Borghi. Lontano dalla sua Toscana, Boschi si impone con il 41% dei voti, superando Michaela Biancofiore, che si ferma a poco più del 25%. Supera il 40% anche Lotti, candidato ad Empoli, mentre Marianna Madia, capolista nel collegio di Roma2 ha circa il 37,48% quando sono state scrutinate 180 sezioni su 201.
Exploit di Di Maio, oltre il 63 – Senza problemi l’elezione nell’uninominale per Luigi di Maio: il candidato premier M5S è al 63,4 per cento contro il 20,3 di Vittorio Sgarbi nel collegio Camera di Acerra. Il candidato del centrodestra, che ha giocato tutta la campagna elettorale contro il leader pentastellato con toni aggressivi, ha commentato: “Quello non è un collegio: è un territorio di disperati che danno i voti a un personaggetto, a uno che non sa neanche guidare”.
Grasso e D’Alema cancellati – La debacle dei big riguarda anche Liberi e Uguali: Pietro Grasso si ferma al 5,81 a Palermo, Massimo D’Alema al 3,9 nel suo Salento. Stop alla Camera per Laura Boldrini, al 4,60 a Milano centro, e per Pier Luigi Bersani, al 4 % a Verona. Il presidente uscente del Senato che arriva solo quarto, come la presidentessa della Camera che si piazza alle spalle di a Bruno Tabacci, Cristina Rossello e Alberto Bonisoli.
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