E’ scattato l’ultimatum. La nuova politica sui bagagli a mano di Ryanair potrebbe avere i giorni contati. L’Antitrust, infatti, ha avviato un procedimento contro la compagnia irlandese, la quale ha adesso nove giorni per preparare una memoria difensiva valida e spiegare le ragioni della sua scelta. L’accusa del garante si basa sulla possibilità che Ryanair abbia adottato una politica commerciale scorretta. Tutto nasce dall’iniziativa della compagnia aerea di rendere a pagamento i bagagli a mano dal prossimo primo novembre. I classici trolley da cabina, quelli dalle dimensioni compatte e dal peso massimo di 10 kg, non saranno più gratuiti sui voli della compagnia low cost che di fatto – ironia della sorte – negli ultimi quindici anni ha reso celebre questa tipologia di volo con bagaglio a bordo, scardinando vecchie abitudini e tariffe proibitive.
Danno per i consumatori
Per poter portare in cabina il bagaglio, Ryanair esigerà prenotazioni con priorità d’imbarco, a qualche euro in più. Una scelta che ha fatto discutere a lungo e che ha azionato la macchina delle associazioni di consumatori che si sono mosse per tempo, chiedendo l’intervento del garante. Secondo l’Antitrust c’è un danno per i consumatori costretti a pagare un supplemento rispetto alle tariffe standard della compagnia per un servizio – lo spazio per il bagaglio a mano grande – che è un elemento essenziale del contratto di trasporto. «Migliaia di viaggiatori – ha detto Ivo Tarantino di Altrocunsumo, una delle associazioni di consumatori coinvolte nel procedimento contro Ryanair – ci hanno tempestato di chiamate e messaggi per protestare sul pagamento in più, non dovuto secondo la nostra organizzazione e le altre associazioni di consumatori in Europa, con cui stiamo portando Ryanair in tribunale. Insieme faremo fronte contro chi si inventa sovrapprezzi a servizi già pagati, speculando sulle spalle di chi viaggia».
Low cost a un bivio
Il procedimento dell’Antitrust, da quanto si apprende, riguarda anche la compagnia Wizzard, che aveva seguito la scelta di Ryanair sul pagamento dei bagagli a mano. E pone l’accento su un modello, quello dei vettori low cost, che sta attraversando un momento storico non troppo felice. A partire dal fallimento, annunciato qualche giorno fa, della compagnia Primera Air. Tariffe basse e costi ridotti all’osso sono stati i cavalli di battaglia della low cost per sbaragliare la concorrenza negli ultimi quindici/vent’anni. Oggi, però, qualcosa si è incrinato. Le politiche di prezzo delle compagnie tradizionali sono cambiate e l’equazione “riduzione dei servizi = riduzione dei costi” sembra funzionare meno, rispetto a qualche anno fa. Forse perché ha raggiunto il limite. A partire dalla scelta di Ryanair di vietare il bagaglio a mano pur di mantenere prezzi stracciati.
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