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Sì alla manovra “tutta stipendi” (ma fino a giugno) Spuntano i tetti ai salari d’oro e norme salva Pip FINANZIARIA Sì alla manovrina “tutta stipendi” (ma fino a giugno) Spuntano i tetti ai salari d’oro e norme salva Pip

By   /  29 Maggio 2014  /  No Comments

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Passa con 48 voti a favore e nessuno contrario il ddl che garantirà gli stipendi a migliaia di lavoratori. Ma solo per un mese. Ok anche alla norma che tutela gli “sportellisti” del Ciapi di Priolo. Sì al “pacchetto di riforme” di Crocetta: oltre al nuovo limite per le buste paga dei burocrati, via libera anche al taglio del 5% delle spese per beni e forniture.

 

PALERMO – Stipendi e tetti agli stipendi. La manovra ha, finalmente, ricevuto il via libera da Sala d’Ercole. Una boccata d’ossigeno. Quasi cinquanta mila lavoratori, però, potranno respirare solo fino a fine giugno. Nel frattempo, bisognerà pensare a una Finanziaria vera e propria.

Nel frattempo, però, come detto, ecco gli stipendi. Che riguardano migliaia di siciliani. Sì innanzitutto ai Fondi per Forestali, dipendenti dell’Esa, dell’Eas e dei Consorzi di bonifica.

Ma non solo. Nel corso della lunga seduta di oggi, l’Assemblea ha approvato l’ex “allegato 1” della Finanziaria, completamente impugnato dal Commissario dello Stato pochi mesi fa. Una tabella composta da un centinaio di voci, per la maggior parte, anche in questo caso, costituite da spese per stipendi. È di 97 milioni lo stanziamento complessivo per l’allegato 1. Tra gli enti finanziati ecco l’Irsap, Consorzi di bonifica, Enti parco, Esa, Istituto zootecnico e di Incremento ippico, Arpa e Teatri. Poco più di 1 milione di euro andrà allo Stabile di Catania, quasi 7 milioni e 300 mila, invece, per il “Bellini”, 2 milioni e mezzo per il Teatro di Messina, 1,5 milioni per il Biondo di Palermo e quasi 4 milioni per il Teatro Massimo. Quattro milioni e mezzo, poi, sono destinati alla Fondazione Orchestra sinfonica siciliana.

Una parte di queste somme, però, servirà anche a finanziare una versione molto ridotta della vecchia Tabella H. L’elenco degli enti e delle associazioni che l’hanno spuntata, però, è davvero corto: ci rientrano la Fondazione Fulvio Frisone, che riceve 16.000 euro, l’Istituto “di alta cultura Orestiadi” per la promozione e la gestione delle Orestiadi di Gibellina (46.000 euro), la manifestazione “Taormina arte” (207.000 euro), l’Istituto nazionale del dramma antico (Inda) di Siracusa (341.000 euro), l’Istituto per i ciechi “Opere riunite Florio e Salamone” di Palermo (898.000 euro) anche se – nel frattempo – è stato azzerato il contributo all’Istituto per ciechi “T.Ardizzone Gioeni” di Catania.

Quasi un milione di euro, poi, è stato destinato ai centri Ciapi siciliani (tra i quali quello di Priolo). Restano a bocca asciutta, invece, la Kore di Enna, il Cerisdi, e molte altre associazioni. Ridotti al minimo anche i fondi destinati alle associazioni antiracket. Somme che prima della maxi impugnativa del commissario dello Stato ammontavano a circa due milioni e che adesso sono stati diminuiti ad un totale di circa 150.000 euro.

Passa poi la norma della “discordia”, quella che aveva riportato il ddl in Commissione bilancio: cento milioni verranno divisi tra Comuni (80 milioni) e Forestali (restanti 20 milioni). Soldi coperti non più, come si era pensato in un primo momento, attraverso l’accensione di un mutuo, ma tramite il ricorso ai risparmi che verranno certificati, probabilmente a luglio, al tavolo tecnico sulla Sanità.

Come detto, poi, la “manovrina” è servita anche per inserire articoli che hanno meno a che fare con la semplice erogazione degli stipendi. A cominciare dalla norma “salva-Pip”, approvata ieri, con la quale cambia il modo di calcolare il limite massimo di reddito per rimanere all’interno del bacino di “Emergenza Palermo”. Non più venti mila euro di reddito Isee, ma la stessa cifra calcolata su base individuale. Solo in caso di superamento di quella soglia, il limite viene calcolato sul nucleo familiare, ma in quel caso la soglia sale a 40 mila euro. La vicenda-Pip, però, è tornata d’attualità anche oggi. Quando sono stati discussi alcuni ordini del giorno. Uno di questi, proposto, tra gli altri, dai deputati di Forza Italia Savona e Figuccia, prevede il reinserimento nel bacino di quei precari esclusi dalla Regione per reati compiuti in data precedente al 2001.

Passa anche la norma a favore dei lavoratori degli Sportelli multifunzionali. I 1.800 sportellisti potranno essere assunti a tempo determinato, ma con contratto di lavoro subordinato (quindi nessun co.co.pro.) dal Ciapi di Priolo.

Ma soprattutto, la manovrina è stata la sede per “varare” il primo pacchetto di riforme annunciato ieri dal presidente della Regione Rosario Crocetta. Intanto, viene stabilito un tetto di 160 mila euro agli stipendi dei dipendenti pubblici. Sia della Regione, che dell’Ars. Una proposta che ha avuto subito l’ok trasversale d’Aula, tranne qualche caso. In effetti, secondo il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, l’Assemblea regionale non avrebbe il diritto di intervenire su questa materia. L’articolo 14 dello Statuto, infatti, assegna una sorta di “riserva di legge” all’Ars sulle decisioni riguardanti i trattamenti economici dei dipendenti regionali. Trattamenti che – stando sempre all’articolo dello Statuto – non possono essere inferiori a quelli dei dirigenti statali. “Il governo nazionale – ha spiegato Ardizzone – ha fissato quel limite a 240 mila euro. Noi non possiamo determinare un tetto più basso”. Parole che hanno scatenato le polemiche dell’Aula. Alla fine, però, la norma è passata. Tramite un emendamento che prevede però un altro intervento utile alla riduzione delle spese. Si tratta del comma che dispone l’applicazione del decreto Renzi sulla riduzione dei costi per forniture e servizi. Costi che saranno ridotti del 5%. Un intervento che – stando ai calcoli del governo – consentiranno un risparmio automatico di circa 100 milioni (50 milioni sui costi della Sanità, e gli altri 50 sui costi degli assessorati).

Bocciata invece la norma avanzata dal Movimento cinque stelle, che puntava, sulla scorta delle notizie dell’attribuzione del vitalizio concesso anche all’ex presidente della RegioneTotò Cuffaro, di eliminare quel privilegio per i condannati per reati di mafia. Anche in questo caso, Ardizzone ha ricordato come “la materia penale sia di competenza statale, noi non possiamo fare nulla”. Come detto, quindi, la norma non è passata. Ma il “grosso” della manovra è passato. Con nessun votom contrario. I grilllini si sono astenuti. Così, ecco il nuovo tetto gli stipendi. Ed ecco, soprattutto gli stipendi. Fino a giugno. La minifinanziaria, appena approvata, sta già “scadendo”.

Fonte -LS-

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