L’accordo che mette fine a un anno di muro contro muro fra due dei più importanti assessorati regionali viaggia nelle 5 pagine che costituiscono il decreto che regolerà l’emanazione dell’autorizzazione unica regionale. Ambiente ed Energia si sono divisi i compiti per emettere il provvedimento che sintetizza la Via-Vas e tutti gli altri permessi necessari ad approvare impianti di smaltimento dei rifiuti, di produzione di gas e biogas e cave. E ancora progetti di energia fotovoltaica ed eolica.
Il patto fra i due assessorati permette di accelerare l’esame di circa 450 progetti fermi proprio in attesa di questa autorizzazione, il cui termine tecnico è Paur. Da un anno l’Energia non riconosceva la competenza dell’Ambiente ad esprimersi anche sui progetti eolici, fotovoltaici e di biogas. E per questo motivo il dirigente del dipartimento Energia, Tuccio D’Urso, non partecipava alle conferenze di servizi bloccando o rallentando i provvedimenti.
Lo scontro fra i due assessorati ha toccato punte mai viste prima alla Regione: D’Urso aveva chiesto alla giunta di attivare un procedimento disciplinare contro i dirigenti dell’Ambiente, in particolare Mario Parlavecchio, che a suo modo di vedere avevano avocato a sé il potere di autorizzare gli impianti in base a una legge nazionale che qui non è stata recepita. Poi però la giunta e anche il Cga avevano dato ragione all’Ambiente. Ma i rapporti fra dirigenti erano rimasti tesissimi e ciò aveva rallentato le attività.
Ora i due dirigenti generali, D’Urso e Giuseppe Battaglia hanno invece scritto i punti di una intesa che assegna ad ogni assessorato competenze precise e autonome nel procedimento. Complice la rotazione di tutti i dirigenti intermedi decisa all’Ambiente in agosto, ora i due dipartimenti collaboreranno istruendo autonomamente ogni pratica per la parte di propria competenza arrivando così alla conferenza di servizi che emetterà l’autorizzazione unica.
In questo modo – per esempio – l’Energia manterrà intatte le proprie competenze sui permessi di ricerca e le concessioni, sulle fonti rinnovabili e su varie altre materie specifiche. Al dipartimento Ambiente resterà la competenza per gli impianti da sottoporre normalmente a procedura Via Vas. Una volta istruite le pratiche, fra i 180 e i 260 giorni (mediamente) si dovrebbe arrivare al Provvedimento autorizzatorio unico.
Altro dettaglio, non sarà una procedura automatica. L’Energia ha ottenuto la possibilità di esercitare un controllo che è diventato fondamentale dopo che è stato scoperto il caso Arata e i tentativi di lucrare sulle società (anche molto piccole) che ottengono autorizzazioni dal grande valore di mercato. Il dipartimento, verificate le caratteristiche dell’impresa che ha chiesto l’autorizzazione unica, potrà bocciare preventivamente la pratica per mancanza dei requisiti minimi (capacità dell’impresa, finanziamenti bancari certi, garanzie sulla realizzazione delle opere) senza che questa possa così arrivare alla conferenza di servizi.
Il patto fra i due assessorati – ha precisato ieri l’assessore all’Energia, Alberto Pierobon – verrà formalmente siglato solo dopo giovedì, giorno in cui il decreto verrà sottoposto alla valutazione del Comitato di legalità e trasparenza guidato da Sergio Lari.
Si sbloccano così – secondo le stime dell’assessorato guidato da Pierobon – investimenti che sulla carta valgono circa un miliardo e mezzo all’anno fino al 2029: sono quelli previsti dal nuovo Piano energetico.
Fra i primi progetti a ricevere una nuova spinta ci sono – per citare le richieste già in calendario – quello per l’impianto di compostaggio che la ditta Rem vuole realizzare a Catania, la cui richiesta è stata presentata a maggio. E ancora una cava a Valderice e una a Vittoria, un progetto di ricerca di sale a Sutera. E poi saranno sottoposti al Paur anche il progetto per ricostituire la spiaggia di Eraclea Minoa «divorata» dal mare e il restauro paesaggistico di alcuni tratti di costa nel Comune di Palermo.
calatafimisegestanews
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