Non ci sarà bisogno di attendere la data dell’autoconvocazione per i sindaci di Alcamo, Castellammare del Golfo, Calatafimi e per l’altra cinquantina della provincia di Palermo a cavallo tra il partinicese, il carinese e la zona dello Jato. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, accogliendo il grido d’allarme dei primi cittadini sull’emergenza rifiuti ha deciso di convocarli a Palazzo d’Orleans per lunedì prossimo, 15 gennaio, alle 11,30.
All’ordine del giorno il collasso della discarica di Bellolampo, dove per l’appunto sono autorizzati a conferire Alcamo, Castellammare del Golfo e gli altri Comuni della provincia palermitana tra cui Partinico, Balestrate, Trappeto, San Giuseppe Jato, San Cipirello e sino a Carini. I sindaci si erano autoconvocati per giovedì 18 gennaio dopo avere visto il loro appello di essere incontrati cadere nel silenzio. Adesso però il neogovernatore della Sicilia ha anticipato i tempi ed ha raccolto l’appello. Allo stato attuale la Regione, per far fronte alla saturazione di Bellolampo, ha deciso di far trasferire i rifiuti di questo territorio nel catanese.
Ancora ad oggi si continua a conferire nel sito palermitano ma con enormi disagi: gli autocompattatori scaricano con enorme lentezza e spesso si ha difficoltà ad effettuare più turni di raccolta in una stessa giornata, con la conseguenza che alcune zone delle città finiscono per rimanere scoperte dal servizio. Soprattutto la preoccupazione dei sindaci è quella di dover aumentare a dismisura i costi della raccolta una volta che saranno dirottati i rifiuti nel catanese.
Si parla di un aumento di circa il 10 per cento sui costi di conferimento nella discarica della Oikos srl e di circa 52 euro a tonnellata per il trasporto. Ad Alcamo l’assessore all’Ambiente Roberto Russo ha già avuto modo di manifestare il suo disappunto sostenendo che con il provvedimento di trasferire i Comuni nel catanese si finisce per danneggiare anche chi è virtuoso ed effettua la raccolta differenziata: ad Alcamo si è superato abbondantemente il 60% da un pezzo ad esempio.
L’accusa non tanto velata è proprio nei confronti del Comune di Palermo che ha una bassa percentuale di differenziata e quindi sarebbe il primo responsabile della saturazione di Bellolampo. Il sindaco di Castellammare, Nicola Coppola, invece si preoccupa dell’aumento dei costi, che ipoteticamente dovrebbero essere gravati sulle spalle dei cittadini, ed ha più volte lanciato l’appello alla Regione di farsi carico di queste somme in più previste per il conferimento nel catanese.
Nel mentre cresce il dibattito sul perché la Regione ha da anni finanziato impianti per il trattamento dei rifiuti ma non si riesca a procedere con la loro realizzazione. Un esempio è l’impianto di compostaggio (ad impatto zero) previsto nel territorio di Calatafimi Segesta finanziato durante l’Amministrazione Ferrara ma ancora bloccato alla regione per motivi sconosciuti http://www.calatafimisegesta.it/calatafimi-segesta-il-progetto-di-un-centro-di-compostaggio-bloccato-nei-meandri-dei-competenti-assessorati-regionali/.
La paura è che con la scusa dell’emergenza rifiuti si possano autorizzare impianti come inceneritori o gassificatori che col tempo creerebbero forti danni a salute ed ambiente abbandonando così la giusta strategia del “Rifiuti Zero”.
calatafimisegestanews
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