Come sempre il diavolo si nasconde nei dettagli o, come in questo caso, nelle ammissioni implicite. Abbiamo avuto modo di sottolineare su queste pagine e in più di una occasione che “la più grande riduzione delle tasse nella storia della Repubblica” (copyright Matteo Renzi) è una bugia bella e buona, soprattutto per finire sulle prime pagine dei giornali e nella testa dei cittadini. La legge Stabilità, ufficialmente una manovra espansiva che dovrebbe stimolare consumi e crescita ha un grosso difetto-effetto collaterale: tagli e aumento di tasse rischiano di farla diventare recessiva.
La bugia del taglio (sarà invece un aggravio, scaglionato, di circa 8 miliardi) è campagna elettorale, ma quando i ministri sono chiamati a riferire sugli effetti delle norme, la verità viene fuori molto più spesso di quello che si crede. E’ accaduto nel recente passato proprio con gli stessi protagonisti di oggi: il premier e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. In primavera Renzi spergiurava che il bonus da 80 euro era ‘strutturale’, ovvero sia definitivo. Bugia che venne poi smascherata (anche) da Padoan, che ad agosto, a proposito della legge Stabilità, dichiarò che con la manovra il bonus sarebbe stato reso effettivamente permanente.
Il gioco delle tre carte, specialità in cui questo governo eccelle, viene fuori anche sulla riduzione delle tasse. Ieri Padoan ha riferito sulla manovra davanti alle commissioni parlamentari Bilancio congiunte di Camera e Senato e ha dichiarato: “La pressione fiscale mostra una riduzione contenuta nel 2015, passando dal 43,3% del 2014 al 43,2%…si stabilizza al 43,6% in ciascuno degli anni 2016 e 2017″. Dunque, conti alla mano del governo, la pressione fiscale nel 2016 sarà superiore, seppur di poco, a quella dell’anno in corso e dell’anno prossimo. Con tanti saluti agli slogan del ‘principale’.
Davanti alla Commissione hanno sfilato anche gli Enti Locali (dalle Regioni fino alle nuove Città Metropolitane, passando per le Province ‘abolite’ secondo la propaganda). Sono proprio i rappresentanti dell’UPI (Unione Province Italiane) a chiedere, se questa restera l’impostazione della manovra, una vera abolizione, iniziando dal rendere effettivo quello ‘svuotamento’ delle Province che doveva essere il primo obiettivo della legge Delrio approvata in primavera: “Il taglio di 1 miliardo sui bilanci delle Province e delle Città metropolitane si traduce in una riduzione di risorse ben oltre il 50% , fino ad arrivare in diversi casi al 90% del totale. Solo che le funzioni, i servizi e i costi per erogarli sono rimasti gli stessi dello scorso anno. Qui non si tratta di efficientare, ma di dovere decidere quali servizi erogare e quali sospendere: e siccome la Legge Delrio stabilisce quali siano i servizi che devono garantire le Province e le Città metropolitane, chiediamo a Governo e Parlamento di prendere insieme a noi la responsabilità di portare a termine la riforma, ma subito”.
Fonte -IBT-
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