L’Italia, e l’Unione europea tutta, si è svegliata presto questo lunedì 26 maggio. Il pensiero era uno. Sapere che Europarlamento sarà. Ebbene, i risultati sono netti. Indiscutibili. Il quadro che emerge distribuisce 214 seggi al Partito Popolare Europeo, 189 seggi al Partito Socialista Europeo. I gruppi anti-Ue otterrebbero tra i 130 e i 150 seggi. Ma sono ancora dati non definitivi.
Dunque, è chiara l’avanzata dell’Euroscetticismo. Dalla Francia alla Gran Bretagna, dalla Germania all’Olanda, passando anche per l’Italia. Nei primi due Paesi, il Front National di Marine Le Pen e l’Ukip di Nigel Farage si affermano entrambi come primo partito. Risultati mai raggiunti nella loro storia. Solo due gli unici vecchi partiti a vincere. L’Unione Cristiano Democratica di Angela Merkel ed il Partito Democratico di Matteo Renzi. Ecco, allora, che la geo-politica europea si riposiziona.
Il trionfo più profondo ed inaspettato è quello del PD. Primo partito in Ue ed Italia. Oltre il 40% dei consensi italiani. Un risultato che fornisce al nostro Paese un ruolo rilevantissimo in Europa. Come finora non si era nemmeno potuto immaginare. Così l’Italia entra nel semestre europeo in una posizione di forza. Può chiedere all’Ue di ridiscutere finalmente le regole. Soprattutto, Renzi può ambire oggi a sostituire la Francia come interlocutore della Germania. Perché proprio in Francia si è registrato uno dei tonfi più importanti. Il Partito Socialista del Premier Hollande è stato il terzo partito, a 10 punti percentuali dalla Le Pen. Se c’è qualcosa da cambiare in Europa, e ce n’è molto, questa volta il nostro Primo Ministro ha tutti gli strumenti per farlo.
Inutile, però, negarlo. Il voto in Italia aveva anche un forte peso nazionale. Era il primo appuntamento elettorale del nuovo Premier. Bisognava cancellare il “peccato originale” di essersi insediato a Palazzo Chigi non per volontà del popolo. Tutto già dimenticato. Gli italiani, questo emerge, hanno apprezzato i primi mesi di operato del Governo. Soprattutto, gli 80 €/mensili in busta paga, oserei dire. Ottima mossa elettorale! D’altro canto, è pur vero che Renzi stia tentando di riformare il vecchio sistema politico. A parole ha già convinto gli italiani. Adesso, anche in virtù della forza resagli da questo larghissimo consenso ottenuto, si attendono i fatti. Il quasi 41% è un risultato storico per un partito italiano. Nemmeno la vecchia Democrazia Cristiana della Prima Repubblica era riuscita a fare tanto.
Il grande sconfitto, tra i nostri confini, è il Movimento 5 Stelle. Poco più del 21%. La campagna elettorale tutta urla di Grillo non ha sortito gli effetti sperati. Forse, l’“Io sono oltre Hitler” ha spaventato molti italiani. O forse, il forte consenso ottenuto poco più di un anno fa e mai sfruttato per essere veramente decisivi nelle logiche parlamentari ha deluso chi gli aveva dato fiducia. Che non facciano l’errore di pensare che gli italiani non sappiano votare. Già ci pensò Berlusconi qualche anno fa a definire “coglione” chi non avesse votato il suo Pdl. Quasi 3 milioni di voti in meno rispetto alle ultime politiche. La realtà è questa. Che Casaleggio, Grillo e i loro grillini se ne facciano una ragione. Adesso si attendono le prime reazioni. Soprattutto, cosa farà Grillo dopo quella dichiarazione del 2 aprile. “[…] Perché su una cosa non ho dubbi: o vinciamo, o stavolta davvero me ne vado a casa. E non scherzo”.
Infine, ci sono gli altri. Si realizza l’annunciata débâcle di Forza Italia (16,8%). Ottimo risultato della Lega Nord (6,2%). Nuova Centro Destra e L’Altra Europa con Tsipras riescono a superare la soglia di sbarramento per appena, rispettivamente, lo 0,38% e lo 0,03%. Tra gli altri, restano fuori dal Parlamento europeo Fratelli d’Italia e Scelta Europea.
Gaetano Pisano
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