TRAPANI – La Procura di Trapani ha chiesto il giudizio immediato dinanzi al tribunale per l’ex direttore della Caritas, don Sergio Librizzi. Le accuse sostanzialmente restano le stesse per le quali nel giugno scorso scattò l’arresto, eseguito a conclusione delle indagini condotto dalla sezione di polizia giudiziaria della Forestale e coordinate dai pubblici ministeri Paolo Di Sciuva, Sara Morri e Andrea Tarondo. Concussione e violenza sessuale i reati che restano ancora oggi contestati e dinanzi ai quali il sacerdote, che dopo una detenzione in carcere ha ottenuto gli arresti domiciliari ancora oggi confermati, si è limitato a fare delle parziali ammissioni.
Sesso in cambio di favori che lui, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe garantito agli extracomunitari in attesa di ricevere lo status di rifugiato politico. Il sacerdote avrebbe dunque sfruttato il suo ruolo all’interno della commissione ministeriale incaricata di occuparsi dei rifugiati. Don Librizzi è difeso dall’avvocato Donatella Buscaino. Il prete avrebbe raccontato anche altri episodi, “non pochi” a sentire però gli investigatori e anche risalenti nel tempo. Resterebbe però aperta una inchiesta stralcio che riguarderebbe altre fattispecie di reato e che riguarderebbero sostanzialmente la gestione dei centri di accoglienza ma anche rapporti con soggetti della politica cittadina, faccende però rispetto alle quali Librizzi non ha voluto fare alcuna dichiarazione né di estranietà né di ammissione. La prima udienza del processo è fissata per il 9 marzo, ma non è da escludere che il sacerdote chieda il processo con riti alternativi. Ipotesi però che allo stato non appare come scelta già presa e definita.
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