Il parere dell’Agenzia italiana del farmaco ora deve essere recepito in una nuova circolare da parte del ministero della Salute. La decisione è stata preceduta da settimane di dibattito tra gli esperti ed è motivata dal fatto che nei guariti permane per mesi la memoria immunologica dalla malattia. Risparmiare la seconda dose (e ritardare la prima) permetterà di vaccinare prima altre persone
L’Agenzia italiana del farmaco ha deciso: chi ha già contratto il coronavirus riceverà soltanto una dose di vaccino. Quindi niente richiamo. E non prima che siano passati sei mesi dalla guarigione. È questa, riferisce l’Ansa, l’indicazione dei tecnici emersa nel corso dell’ultima riunione. Il parere dell’Aifa ora deve essere recepito in una nuova circolare da parte del ministero della Salute. La decisione è stata preceduta da settimane di dibattito tra gli esperti, divisi tra chi ritiene che vadano seguiti i protocolli previsti dalle case farmaceutiche per i rispettivi vaccini anti-Covid e chi invece ritiene che le dosi destinate a chi ha già contratto la malattia possano essere conservate e iniettate alle persone più fragili.
L’infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli lo ripete da mesi: “Gli studi dimostrano che la memoria immunologica permane anche a 8 mesi dalla malattia. E gli scienziati non sono andati oltre nelle stime semplicemente perché la pandemia è iniziata un anno fa”. A suo parere, quindi, ritardare la somministrazione del vaccino a chi è guarito, permetterebbe di risparmiare dosi per altre persone. Specie di fronte ai ritardi nelle consegne previste nel mese di marzo da parte di Pfizer, Moderna e Astrazeneca. Il parere dell’Aifa va proprio in questa direzione e permetterà di accelerare ulteriormente la campagna di vaccinazione di massa.
Fonte Il fatto quotidiano
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