I ricercatori della Vanderbilt hanno identificato la causa dell’ondata di “vegetariani involontari” lungo la costa orientale: provoca una reazione allergica quando si mangia carne
NEW YORK- Come trasformare un irriducibile appassionato di carne in un docile vegetariano? Come bloccare la passione per grigliate e bistecche, per salsicce e costolette, per panini alla porchetta e vassoi di salumi? Basta poco, rispondono i ricercatori della Vanderbilt University. E non si tratta di prediche sui pericoli del grasso animale sui livelli del colesterolo: basta invece (ahimè) essere punti da una piccola zecca chiamata Lone Star State, come il soprannome del Texas, che provoca una reazione allergica così forte e duratura da impedire il consumo di carni rosse.
La zecca (“bug”, scrivono i giornali americani), secondo il Washington Post, sta creando un’ondata di “vegetariani involontari” lungo la costa orientale degli Stati Uniti, mandando anche migliaia di americani nelle sale d’emergenza degli ospedali. I sintomi più diffusi – dopo essere stati punti e aver mangiato la carne – sono i brividi, i problemi respiratori, un crollo della pressione e persino gli shock anafilattici. In teoria tutto passa con dei semplici antistaminici, ma la paura è tanta, soprattutto quella di rimanere soffocati, così come il rischio di una ricaduta. Risultato: i carnivori si convertono in vegetariani.
Secondo gli esperti medici della Vanderbilt, tutto è legato a uno zucchero chiamato “alpha-gal”: i Lone State Star ce l’hanno, e lo trasmettono, ma è assente nell’organismo umano. Lo stesso zucchero si trova nella carne bovina e suina, ma di solito non dà fastidio alla digestione. Ma in casi di puntura, il sistema immunitario crea degli anticorpi per proteggersi dalla sostanza, che poi vengono attivati in caso di ingestione successiva di carne rossa, provocando la reazione allergica.
Non è stato facile scoprire il ruolo infido della zecca, anche perché la reazione allergica avviene dalle 4 alle sei ore dopo il consumo. Ma da qualche anno gli esperti erano alla ricerca del mistero, e ora finalmente ne hanno scoperto la ragione. Non è ancora chiaro se il rischio di una ricaduta allergica duri tutta la vita: ma alla Vanderbilt consigliano di essere molto prudenti. “Basta un’altra puntura – dicono – per essere costretti a rinunciare ad hamburger e steak”
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