Un vaccino sperimentale è stato testato sull’uomo e ha dato ottimi risultati: tanto che alcuni pazienti sono guariti. Gli scienziati che lo hanno realizzato ci spiegano come funzioni questo vaccino ‘in situ’ che stimola il nostro sistema immunitario a combattere contro il tumore per uccidere le cellule malate.
Un vaccino iniettato nel tumore per stimolare il sistema immunitario a distruggere le cellule malate è stato sperimentato a New York ed è risultato efficace. La conferma arriva dai ricercatori che nel dettaglio ci spiegano cosa hanno scoperto e quali vantaggi ha questa terapia sperimentale.
Terapia sperimentale contro il cancro. Gli esperti del Mount Sinai fanno sapere di aver sviluppato un approccio nuovo nei confronti dell’immunoterapia contro il cancro iniettando degli stimolanti direttamente nel tumore per insegnare al sistema immunitario a distruggere il tumore stesso e le altre cellule malate che si trovano in giro per il corpo. Si tratta dunque di un vaccino ‘in situ’ che ha ottenuto ottimi riscontri nei pazienti con linfoma a stato avanzato e che hanno partecipato al test, gli esperimenti sono stati effettuati anche in pazienti con tumore al seno, alla testa e al collo.
Vaccino ‘in situ’, come funziona. Ma come funziona esattamente? Gli esperti spiegano che il trattamento consiste nel somministrare una seria di stimolanti immuni direttamente dove si trova il tumore. Il primi stimolanti hanno il compito di ‘richiamare’ le cellule del sistema immunitario che sono al comando del nostro ‘esercito’ contro i tumori, i secondi stimolanti invece attivano anche i ‘soldati’ del sistema immunitario per iniziare la ‘guerra’ contro il tumore che comporta la distruzione delle cellule malate. Il sistema immunitario viene dunque istruito a riconoscere le cellule malate e a distruggerle non solo nel punto in cui si trova il tumore, ma anche nel resto del corpo dove alcune cellule malate potrebbero essere arrivate.
I risultati del test. I test clinici effettuati su 11 pazienti con linfoma hanno portato alla completa guarigione di alcuni di loro in un periodo di tempo che varia da pochi mesi a un anno. Adesso la sperimentazione è stata aperta anche ad altre tipologie di tumori, come al seno, alla testa e al collo. Restiamo in attesa di saperne di più.
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